Su 12 campioni raccolti 10 sono risultati positivi alla malaria: è il risultato dei primi test condotti sui casi di malattia non identificata nella Repubblica democratica del Congo. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha precisato che è possibile che sia coinvolta più di una malattia.
I casi di malattia del Congo, di cui ancora non si conosce l’esatta causa, sono stati 416 con 31 decessi da inizio ottobre. Il focolaio è nella zona di Panzi, nella provincia di Kwango, un’area in cui come sottolinea Ghebreyesus sono “molto alti i livelli di denutrizione e bassa la copertura vaccinale”.
La malattia del Congo
“Meno di due settimane fa – ha detto Ghebreyesus – l’Oms è stata informata di una malattia non diagnosticata nella Repubblica Democratica del Congo che ha causato 416 casi segnalati e 31 decessi”.
Proprio per questo l’Oms e il governo locale hanno inviato a Panzi un team di esperti, ma la distanza e la difficoltà delle comunicazioni ha reso difficile arrivare alla zona.
“L’area interessata è remota – ha detto il direttore dell’Oms Ghebreyesus – le telecomunicazioni sono gravemente limitate e l’accesso è stato reso più difficile dalla stagione delle piogge. La squadra nazionale di risposta ha impiegato diversi giorni per raggiungere Panzi”.
Dopo la scoperta che l’80 per cento dei test raccolti è positivo alla malaria Ghebreyesus ha precisato: “Ulteriori campioni saranno raccolti e analizzati per determinare la causa o le cause esatte della malattia del Congo”.
I sintomi, il contagio e il paziente italiano
Come si legge sul sito dell’Istituto superiore di Sanità, la malattia del Congo presenta “sintomi di febbre, mal di testa, tosse, rinorrea (naso che cola) e dolori muscolari. Dai dati riportati dall’OMS, tutti i casi gravi sono stati registrati in persone con grave malnutrizione”.
La maggior parte dei casi si è verificata in bambini, in particolare sotto i cinque anni di età. I sintomi principali associati ai decessi consistono in: febbre, difficoltà respiratorie, anemia, e segni di malnutrizione acuta.
“Secondo l’ultimo bollettino dell’Oms – si legge ancora sul sito dell’Iss – il rischio di diffusione è alto per le comunità colpite. A livello nazionale il rischio è invece considerato moderato per la natura del focolaio che attualmente è localizzato alla zona colpita”.
“C’è tuttavia – si legge ancora – il potenziale per una diffusione alle zone limitrofe. A livello regionale (si intende regione africana per OMS), europeo e globale il rischio al momento è basso”.
L’Istituto superiore di Sanità riferisce anche del caso di una persona italiana ricoverata con i sintomi della malattia del Congo a Lucca, dopo essere tornata da un viaggio nella zona interessata. Il paziente italiano è stato dimesso, perché guarito.