PALERMO – Due sentenze, un’unica conclusione. Nessuno sconfinamento di competenze da parte del Commissario per la depurazione e nessun “vizio di istruttoria” nel progetto. Il Tar dà ragione, per due volte, alla Regione siciliana e torto al Comune di Cinisi, al Wwf e Legambiente, e ad altre associazioni di ambientalisti.
Il decreto resta in vigore
I ricorrenti chiedevano l’annullamento del decreto dell’assessorato al Territorio e ambiente con cui è stato dato il via libera al “progetto di collettamento dei reflui dei comuni di Terrasini e Cinisi e dell’abitato a ovest di Villagrazia di Carini, all’impianto consortile di Carini, potenziamento dell’impianto e ripristino del sistema di allontanamento a mare”.
I giudici amministrativi hanno riconosciuto la pienezza dei poteri speciali assegnati al Commissario per la Depurazione, Toto Cordaro. Il progetto è corretto sia sul piano procedurale che su quello della realizzazione degli obiettivi per superare l’infrazione comunitaria.
Nessun dubbio sulle competenze
Il comune di Cinisi, dopo avere precedentemente dato il proprio via libera all’opera, aveva sollevato dubbi sulla competenza del Commissario, rilevando che all’organo commissariale sarebbero attribuiti solo compiti di coordinamento e realizzazione degli interventi, ma non funzioni di programmazione e pianificazione. Stessa contestazione è stata mossa dagli ambientalisti.
La motivazione del Tar è tranciante: tra i poteri dei Commissari nominati per il superamento delle procedure d’infrazione o condanne della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sono contemplate “espressamente le attività di pianificazione degli interventi”.
“Si pone rimedio a ritardi storici”
“Questa sentenza restituisce centralità alla scelta di affidare alla struttura commissariale la cura di interventi che le amministrazioni comunali per anni, per ragioni diverse, non sono riuscite a garantire, neppure assicurando i servizi essenziali ai loro cittadini come le fogne e la depurazione delle acque reflue”, spiega il subcommissario per la depurazione per la Sicilia occidentale Toto Cordaro.
Che prosegue: “In questo caso, il comune di Cinisi si è opposto – non si capisce in nome di chi e di che cosa – alla realizzazione di un’opera che, grazie alla sensibilità della Presidenza del consiglio e per il tramite del Commissario straordinario per la depurazione, vuole finalmente porre rimedio a ritardi storici, causa di disagio per la vita dei siciliani e di gravi condanne in materia ambientale per il Paese”.
“Questa sentenza accende un faro – conclude Cordaro – sulla contraddittorietà della posizione delle associazioni ambientaliste che, invece di supportare l’attività della Struttura per la depurazione, sorta nell’esclusivo interesse delle nostre comunità e della tutela dell’ecosistema, si contrappongono – spesso con pregiudizio – creando contenziosi che finiscono per gravare sulla salute della gente e ritardare la tutela dell’ambiente”.

