CATANIA – “La nostra storia, la mia è quella di mio fratello Gianluca, è la ferma dimostrazione che, se ci si crede, si può riuscire”. Emanuele e (appunto) Gianluca Rapisarda sono fratelli gemelli. Sono non vedenti. Entrambi hanno superato il concorso a preside e dal prossimo mese di settembre saranno alla guida di due distinte scuole catanesi.
Presidi in due scuole a Catania
Si tratta tutt’altro che di coincidenze. Ma, semmai, di una determinazione capace di riuscire ad abbattere quelle barriere legate alla difficoltà dell’inclusione o della diffidenza. Una storia da raccontare tra le pieghe di una città molto spesso marchiata dalle tante contraddizioni del tempo.
Emanuele e Gianluca Rapisarda hanno subìto la cecità progressiva. Sono diventati non vedenti con il passare del tempo per via di una malattia ereditaria che si è manifestata fin dalla nascita. Nonostante una condizione non certo semplice, entrambi si sono laureati e poi abilitati all’insegnamento. Infine, a vincere il concorso a preside.
Emanuele è dirigente scolastico del liceo scientifico “Galileo Galilei” di Catania già dal 2022. Il fratello gemello Gianluca, dal prossimo mese di settembre lo sarà invece della “Giuseppe Lombardo Radice”.
“Un concorso difficile”
“Nel 2011 l’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia mi ha messo in condizione, per il tramite dell’assistenza di tutor preparati e degli opportuni tempi aggiuntivi, di superare il difficile concorso per dirigente scolastico. Così dal settembre del 2013 ho iniziato a svolgere il ruolo di preside e dal mese di settembre 2022 mi pregio di dirigere uno dei licei più prestigiosi di Catania, il liceo scientifico Galileo Galilei”, ci dice il preside Emanuele Rapisarda.
“Non siamo supereroi”
“Anch’io, dopo mio fratello Emanuele, nel 2017, grazie al supporto organizzativo e tecnico dell’ufficio scolastico regionale per la Sicilia, ho potuto vincere l’arduo concorso per dirigente scolastico.
Non è stato semplice, ma la mia esperienza e quella di mio fratello sono la prova che le persone disabili non sono né supereroi né inabili al lavoro. Ma se sono messe nelle condizioni di equità e di pari opportunità con i normodotati, possono esprimere al meglio tutte le loro potenzialità”, racconta il fratello Gianluca.
“In condizioni di parità anche la malattia passa in secondo piano e qualunque obiettivo può essere raggiunto”, concludono. In quella che oltre il racconto resta una grande testimonianza. Un esempio anche di crescita.

