PALERMO – I Comuni siciliani rischiano di non poter nemmeno pagare i dipendenti. È un grido d’allarme quello lanciato da Giacomo Scala, presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, durante i lavori del Consiglio regionale dell’AnciSicilia.
“La situazione è davvero drammatica questa volta. Dopo l’impugnativa del commissario dello Stato vogliamo ancora una volta lanciare il nostro grido d’allarme per ciò che riguarda i tagli irragionevoli al Fondo per le Autonomie locali, impoverito di circa 200 milioni di euro. Ciò, come è ovvio, mette in ginocchio non solo il sistema delle Autonomie locali, ma l’intero sistema del Paese”. L’associazione dei Comuni ha anche approvato un ordine del giorno in cui si chiede al governo regionale di provvedere al riequilibrio del Fondo, riportandolo quantomeno ai parametri approvati nel 2012. L’obiettivo è stato quello di verificare lo stato di difficoltà in cui versano gli enti locali e tracciare le linee programmatiche per far poter adottare provvedimenti utili ad arginare questa situazione drammatica.
A causa dei tagli previsti dalla finanziaria, infatti, i comuni siciliani rischiano di non riuscire a garantire i servizi essenziali ai cittadini e di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti. In cinque anni il fondo delle autonomie locali è stato dimezzato. Dai 913 milioni del 2009 si è passati ai 506 milioni del 2013; pertanto nel quinquennio, i trasferimenti regionali sono diminuiti di 407 milioni di euro. “Al governo regionale – precisa Scala – chiederemo un nuovo documento finanziario che aiuti i comuni a risollevarsi, a lavorare alla luce del sole e non in trincea. Il presidente Crocetta, che in campagna elettorale si è presentato come il sindaco dei siciliani, non può ignorare questa fase drammatica e non preoccuparsi della stabilità del sistema degli enti locali. Proprio per questo motivo abbiamo già inviato al Presidente della Regione una nota in cui chiediamo un incontro urgente, mentre mercoledì prossimo avvieremo un dialogo con gli assessori regionali di competenza per chiudere l’accordo sul patto di stabilità”.
E proprio in merito al Fondo per le Autonomie locali, il segretario generale dell’AnciSicilia, Mario Emanuele Alvano, ha presentato al Consiglio regionale uno studio analitico sulla ripartizione delle risorse, partendo da un confronto tra il 2012 e il 2013. “Senza dubbio – ha spiegato il segretario Alvano – questa drastica riduzione di risorse ha contribuito e contribuirà, unitamente all’altrettanto significativa riduzione dei trasferimenti statali, a rendere ancora più difficile per i Comuni l’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini e, in molti casi, rischia di determinare situazioni di dissesto finanziario. Più in particolare, per quanto riguarda gli stanziamenti previsti per il 2013, si evidenzia che la quantificazione del fondo in 651 milioni di euro rappresenta un dato puramente nominale. Essa è infatti il risultato – continua il segretario – di una inappropriata somma di risorse di diversa natura, risorse che in passato venivano erogate al di fuori del Fondo. In particolare l’importo di 101 milioni relativo alla compensazione a seguito della soppressione dell’addizionale comunale e provinciale dell’accise sull’energia elettrica e i 44 milioni destinati alle Province (le quali, peraltro, nell’ultimo triennio non hanno subìto una flessione significativa: 45 milioni nel 2011, 50 milioni nel 2012 e 44 milioni nel 2013), rappresentano due voci che, come è avvenuto negli anni passati, non hanno motivo di essere sommate ai trasferimenti ordinari destinati ai comuni”. Il prossimo 15 maggio, giornata dedicata ai festeggiamenti per l’Autonomia siciliana, in tutti i municipi verranno esposte, per protesta, le bandiere a mezz’asta.