La burocrazia si sa, è opera del demonio che ama infilarsi nei dettagli ed è attraverso una battaglia burocratica che Antonio Ingroia, magistrato (anche se non si sa ancora per quanto), rifiuta di diritto e di fatto il trasferimento al Tribunale di Aosta. Tanto ha fatto, che anche “Striscia la notizia” s’è interessata al destino di quest’uomo capace di fondare un partito politico che ha fatto flop alle elezioni politiche e di rifondare un altro partito politico post flop. Da Rivoluzione Civile ad Azione Civile, passando però per le montagne di Aosta, sede assegnatagli dal Csm dopo che il nostro s’era candidato in quasi tutti i collegi d’Italia. Ieri sera, l’inviato Valerio Staffelli, gli ha consegnato il Tapiro d’Oro. “Come mai questo tira e molla per venire ad Aosta?”, ha chiesto Staffelli al magistrato, che per il sì e per il no, ha preso possesso dell’ufficio e si è messo immediatamente in ferie. “Avrei atteso la decisione del Tar. Aosta è un luogo di villeggiatura bellissimo e lo è anche per lavorare. Ritengo che il CSM abbia fatto un provvedimento ingiusto e illegittimo, e per questo mi sono opposto, ma non perché non riconosca l’importanza del collegio di Aosta. Io so che erano dovute altre destinazioni, a cominciare dalla Procura Nazionale Antimafia, e credo, con tutto il rispetto del lavoro dei colleghi di Aosta, che all’Antimafia avrei potuto dare un maggior contributo”, ha risposto Antonio, quasi Ingroia. Al che, Staffelli ha voluto commentare così: “Allora ha scelto la giustizia e non la politica”. Commento dal sen fuggito, perché Antonio che ancora subisce il fascino della vita politica, ha ribattuto: “Questo lo dice lei, per il momento la scelta è questa.”
Anni fa, Alberto Sordi interpretò l’odissea di un “detenuto in attesa di giudizio” oggi, quella stessa sceneggiatura, andrebbe rivista e potrebbe uscirne fuori un altro film: Magistrato in attesa di giudizio. Il “magistrato capriccioso”, sarebbe un altro bel titolo, ma ci vorrebbero Tognazzi o Gassman a recitare la parte di Ingroia. Di passaggio, vogliamo anche ricordare che Antonio, quasi Ingroia, si sarebbe accontentato anche d’un posto d’esattore in Sicilia, ma il Csm, non gli ha concesso il nulla osta e nel frattanto gli prenotava un biglietto di sola andata per Aosta. Il diavolo, dicevamo all’inizio sta nei dettagli ed a chi lo sollecita, tira colpi di coda ed il diavolo ha giocato col destino di Ingroia, perché ha messo in mezzo una vocale (e così dal nulla osta ad Aosta il passo è breve ed è un piccolo passo per l’umanità ed un grande salto per Antonio Ingroia) ed ha cambiato il corso dell’esistenza di questo uomo, che è stato, quasi magistrato in Guatemala, quasi politico, quasi esattore ed oggi è quasi certo che dovrà trattenersi ad Aosta fino a data da destinarsi.