PALERMO – Testimoni convocati per la prima volta, altri da risentire. È stato un altro pomeriggio di audizioni nella caserma della compagnia di piazza Verdi a Palermo. Ci sono diversi aspetti da chiarire sull’omicidio di Paolo Taormina: dal movente alle eventuali complicità.
Omicidio Taormina, le bugie
“Ero con una macchina forse una Peugeot nera, sono andato subito a casa”, ha detto Gaetano Maranzano nel corso del primo interrogatorio il giorno del fermo. I carabinieri lo hanno smentito. Dopo l’omicidio del ventenne che gestiva con i familiari un pub in via Spinuzza, l’assassino si è allontanato guidando uno scooter e ha raggiunto lo Zen. A bordo di un altro mezzo a due ruote c’era Vincenzo Viviano, indagato perché avrebbe reso false dichiarazioni al pubblico ministero.
Lui e Maranzano sono stati insieme dopo il delitto. A casa di Viviano, allo Zen, sono state trovate le collane che l’assassino indossava quando ha sparato. Eppure l’indagato avrebbe sostenuto di non sapere nulla di quella sera.
Gli schiaffi prina del delitto
Viviano è stato identificato in colui che ha preso a schiaffi uno dei clienti del pub. È l’azione che precede il delitto. Taormina esce dal locale per calmare la situazione e viene freddato. Maranzano ha tagliato corto. “C’ero, ma non l’ho aggredito”, ha detto. Ha aggiunto di non sapere chi fosse il ragazzo schiaffeggiato e neppure cosa abbia scatenato la lite. Nel passaggio successivo dell’interrogatorio ha cambiato versione: “Non l’ha avuto con me il discorso”, ma la rissa “non l’ho vista”.
Le donne, i baci e la reazione
Viviano è arrivato insieme a lui oppure era già lì, quando lo ha incontrato? “Di vista al locale… siccome siamo amici di quartiere abbiamo parlato ma neanche cinque minuti”. Chi altro c’era nel locale? Gli investigatori hanno fatto riferimento a una donna. “Ieri non ha baciato nessuna ragazza?”, gli hanno chiesto. Risposta: “Io no, no”. Era la sua compagna? “No”. Allora chi baciava? “Non ricordo”.
Non c’erano solo uomini. Altra domanda: “Lei è stato preso a schiaffi o a calci dopo che ha sparato?”. Risposta: “Le femmine si sfogavano e gli ho detto levatevi da davanti e andate via”.
Il movente
Complicità e movente sono i punti chiave dell’inchiesta Resta in piedi l’ipotesi di cui ha parlato Maranzano: quattro mesi fa Taormina avrebbe rivolto degli apprezzamenti sui social alla moglie. Da allora al giorno del delitto cosa è successo? Maranzano ha spiegato che era la prima volta che lo incontrava e che ha cancellato i messaggi incriminati.
Il cellulare adesso è in mano ai periti che stanno mappando contatti e messaggi. Potrebbero emergere nuovi dettagli, nel frattempo gli investigatori esplorano il sottobosco della droga. L’ipotesi è che sia stato un agguato e probabilmente la lite era una messinscena per attirare Taormina all’esterno del locale. Il giovane schiaffeggiato, che indossava un gilet bianco, è stato identificato. Non si è presentato di sua iniziativa per chiarire cosa è accaduto.
Nel video in mano agli investigatori si vede che viene preso a schiaffi. Finora dunque è una vittima, ma va esclusa l’ipotesi che sia stato complice di una trappola.

