PALERMO – Sistema di giustizia minorile, dispersione scolastica ma soprattutto minori stranieri non accompagnati: questi i temi di cui si è discusso oggi, durante l’incontro avvenuto in Prefettura, in occasione della visita istituzionale di Vincenzo Spatafora, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, con i prefetti siciliani. Presenti al dibattito con la stampa, Nicola Zito, questore di Palermo, Francesco Cirillo, vice capo del dipartimento Polizia stradale e Maria Teresa Cucinotta, vicario del prefetto di Palermo.
Uno degli aspetti più difficili del fenomeno “immigrazione”, è, infatti, quello dei minori non accompagnati dai genitori o da altri adulti per loro legalmente responsabili. Secondo le normative attualemente vigenti il minore straniero non può essere rimandato al paese d’origine e, se richiede la protezione internazionale, può beneficiare dei servizi erogati dall’ente locale nell’ambito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
Dopo gli sbarchi degli ultimi giorni, sono circa cento i minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro territorio. E se le loro condizioni di salute sono buone, la struttura che li ospita a Lampedusa non possiede spazi sufficienti perché restino, seppur in attesa di migliori collocazioni. “Aiuteremo la questura di Agrigento – osserva Spatafora – soprattutto per il collocamento di questi minori in altre comunità. Abbiamo bisogno che il Governo finanzi i Comuni per garantire alle comunità di restare aperte”. La speranza, però, è far in modo che “la permanzenza al centro di accoglienza duri il meno possibile”.
Altro nodo da sciogliere, quello dei minori in transito, ovvero di coloro che aspettano di raggiungere parenti già insediati altrove e che non usufruiscono dei sistemi di protezione messi a disposizione dalle autorità nazionali. “Proporrò questo tema in un prossimo incontro a Bruxelles perché si deve fare qualcosa affinché la situazione cambi. L’Europa deve rendersi conto che questa situazione non riguarda solo l’Italia”. Spatafora si è poi espresso sul diritto di cittadinanza, affermando che “il Paese è in realtà più avanti rispetto al dibattito politico. Credo che ci siano i presupposti per definire regole di qualcosa che già in Italia avviene: i bambini stranieri sono ben integrati con quelli italiani”.
Riguardo alla gestione della giustizia minorile palermitana, Spatafora si è dichiarato, invece, fortemente soddisfatto: “Il carcere Malaspina è veramente un esempio della giustizia minorile in Italia. Ne parlerò sicuramente a livello europeo. Credo che tante pratiche viste qui possano essere esportate anche altrove”.
Difficile, infine, il problema riguardante la dispersione scolastica. L’Autorità garante ha spiegato, infatti, che in Sicilia il tasso è ancora molto alto, soprattutto in alcuni quartieri di Palermo, ma “sono stati investiti molti fondi, e se oggi il dato è alto, senza questi soldi lo sarebbe stato ancora di più. E’ importante soprattutto impegnarsi per garantire ai giovani di inserirsi nel mondo del lavoro”.