PALERMO – Nel corso della arringa dei legali del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, sotto processo per favoreggiamento a Cosa nostra, il difensore dei due militari ha ricordato, per minare l’attendibilità del superteste Massimo Ciancimino, che, nell’estate del 2011, portò sulla sua auto, seguita dalla blindata di scorta, 19 candelotti di tritolo da Bologna a Palermo. Un viaggio ammesso dal figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo solo davanti alle contestazioni dei pm che lo accusavano di detenzione di esplosivo: in un primo momento Ciancimino sostenne che il tritolo, trovato nascosto nel suo giardino, gli era stato consegnato da uno sconosciuto a Palermo per intimidirlo. Versione poi corretta quando il teste ammise di averlo ricevuto a Bologna e di averlo portato nel capoluogo in auto. L’episodio, raccontato dal legale che ha anche ricordato le indagini a carico di Ciancimino, accusato di riciclaggio ed evasione fiscale, era stato riportato dai giornali nel 2011.
Nel corso della sua arringa il difensore del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu ha ricordato che nell'estate del 2011 Massimo Ciancimino portò sulla sua auto 19 candelotti di tritolo da Bologna a Palermo.
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