Gela – Visibilmente emozionato il medico gelese Giuseppe Alabiso, 62 anni, record mondiale per la traversata nei cieli del mondo in ultraleggero, incontra amici e sostenitori nel corso di una conferenza per raccontare “l’incredibile ed unica esperienza che ho vissuto”, dice. Quattordici tappe in otto giorni, dalla Sicilia a Capo Nord, l’odontoiatra, noto in città per questo genere di imprese solitarie, taglia il record dopo non poche difficoltà.
“Quando sono arrivato in Lettonia c’era la bufera, in Finlandia sono atterrato senza carrello aperto a causa del maltempo e quando ho attraversato la Repubblica Ceca avevo il motore spento. Ho fatto tappa in Austria, Germania, Svezia, Lettonia e Norvegia, per un tragitto di circa 9000 km portando ovunque andassi l’immagine di una Gela meravigliosa immersa tra arte, storia, cultura e mare. In molti stati in cui sono andato neppure sapevano dove fosse Gela. Ecco perché con questa impresa ho unito l’estremo Sud dell’Europa con il punto più estremo a Nord”.
All’incontro ha presenziato anche Fabio Baglioni, costruttore dell’ultraleggero con cui Alabiso ha superato il record. “Si tratta di un velivolo all’avanguardia – riferisce -. Abbiamo migliorato gli aeroplani di base perché potessero avere caratteristiche più sicure, oltreché belle, aumentando la capacità dei serbatoi per il rifornimento ed inserendo polistirolo nelle ali per un eventuale galleggiamento in acqua. Al momento non abbiamo altre idee, quindi il pilota non si faccia venire in mente nessun altro record da superare”, scherza Baglioni “anche perché – gli fa eco Salvatore Mussoni, Presidente dell’associazione aeronautica di Gela Airone – ci ha fatto tribolare qualche volta.
I nostri contatti erano frequentissimi. Uno contato ogni dieci minuti ma in più occasioni è successo di perdere il segnale a causa di interferenze. Fortunatamente recuperavano subito”. “Oltreché un sogno – ha detto Alabiso – questo viaggio ha rappresentato per me la vita, il mio viaggio verso la luce. Non a caso mi sono spostato da Sud verso Nord, toccando i luoghi dove la luce è perenne. La stessa che oggi illumina di nuovi riflessi la vita fuori e dentro me”. Alabiso, in passato anche consigliere comunale e presidente della Juventina Terranova, la maggiore società calcistica di Gela negli anni ’80, racconta entusiasta l’esperienza.
Lui, che nove anni fa sfidò la vita, quando rimase vittima di un incidente in aereo nei pressi di Sabaudia e rimase in stato comatoso per circa un mese. In quella occasione, dopo una decina di minuti di volo, un avaria al motore costrinse il pilota ad un inutile atterraggio di emergenza con il suo Storm 280, che dall’altezza di 30 metri si schiantò vicino a delle serre della zona tra colle Piuccio e Sacramento, in territorio laziale. Decine i gelesi che hanno seguito l’impresa minuto per minuto condividendo l’emozione di Alabiso collegandosi al localizzatore satellitare con semplice click su internet. La prossima impresa? “Mi godo questo successo e la famiglia a cui lo dedico, insieme alla città”.