Alfano: "No a Forza Italia" |E Schifani si dimette - Live Sicilia

Alfano: “No a Forza Italia” |E Schifani si dimette

I governativi si sganciano dal nuovo progetto berlusconiano e formano nuovi gruppi

scissione nel centrodestra
di
1 min di lettura

PALERMO – Angelino Alfano annuncia la rottura. Lui e i governativi non aderiscono a Forza Italia e formeranno gruppi autonomi in Parlamento, col nome di “Nuovo centrodestra”. Il vicepremier trova il quid e si sgancia dal nuovo progetto del Cavaliere dove restano falchi e lealisti. La lunga giornata di trattative per cercare di sventare la scissione si conclude quindi con la formalizzazione dello strappo. Gli alfaniani, secondo Formigoni, sono 37 al Senato e 23 alla Camera. Domani, dunque, nessuno di loro parteciperà al consiglio nazionale che battezzerà il nuovo soggetto politico berlusconiano. “Sento fortissimo il bisogno di ribadire che in questi 20 anni non abbiamo sbagliato speranze, ideali e persona – ha detto Alfano -. Siamo amici del presidente Berlusconi a cui ribadiamo amicizia e sostegno. Lo sosterremo all’interno del governo a iniziare da una giustizia più giusta e dall’abbassamento delle tasse e di tutte le storiche battaglie”.

Il grosso dei siciliani dovrebbe seguire il vicepremier, con qualche eccezione come Gianfranco Miccichè, che prontamente stasera ha stigmatizzato il “tradimento” di Alfano “trattato come un figlio” da Silvio, Stefania Prestigiacomo, Saverio Romano e Gabriella Giammanco. Potrebbe seguire i governativi anche Renato Schifani, che ha cercato finchè ha potuto di tenere unite le due anime del partito: “Dopo aver preso atto della costituzione del nuovo gruppo al Senato, nato da una costola del Pdl, ritengo doveroso rassegnare le mie dimissioni da presidente del gruppo del Popolo della Libertà a Palazzo Madama”, ha dichiarato il presidente dei senatori del Pdl.

I governativi di Alfano adesso probabilmente apriranno il confronto con Udc e con i popolari che si sono sganciati da Scelta Civica per aprire un cantiere centrista. Il perimetro della maggioranza del governo Letta però si riduce e le larghe intese non sono più così larghe. La possibilità di un voto in primavera in questo momento è tutt’altro che da escludere.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI