PALERMO – E’ arrivato in ufficio alle 9.30. Il tempo di un caffè, un sorriso, qualche saluto ed ecco dopo pochi minuti prendere già corpo la prima ‘azione’ da commissario liquidatore: una riunione operativa con lo staff al primo piano della sede di via Tahon de Revel. Un tavolo di discussione alla presenza di dirigenti generali, rappresentanti sindacali e dipendenti per “operare una prima ricognizione di tutti i problemi presenti, in modo da superarli insieme e pensare al piano di risanamento della società”. Il primo giorno di Antonio Ingroia alla guida di Sicilia e-Servizi, la società per l’informatizzazione della pubblica amministrazione, sembra essere iniziato col piede giusto. “Parlerò presto con il presidente Crocetta – assicura ingroia -, gli consegnerò una relazione e vedremo di procedere a rapidi passi verso una progettazione del futuro di Sicilia e-Servizi che, a mio parere, rappresenta una delle risorse più importanti dell’Isola”.
Sicilia e-Servizi doveva essere il fiore all’occhiello della amministrazione regionale, uno strumento per favorire la trasparenza e “rendere la Regione la casa sicura di tutti”. Sono state tante però le accuse indirizzate alla società. “Beh … da quello che mi è stato riferito sul passato anch’io l’ho considerata un carrozzone – precisa il nuovo commissario -, anche se bisogna dirlo, non è tutto da buttare via. E’ una risorsa che va valorizzata e preservata e, tolte le incrostazioni di un certo tipo di clientelismo politico, mi impegnerò con tutte le risorse a mia disposizione per avviare un progetto di recupero”.
Insomma, un passo alla volta verso il risanamento a detta di Ingroia. Ma quanto porterà l’ex pm del proprio animo da inquirente negli uffici della partecipata della Regione? Ingroia non ha dubbi: “Il piglio da magistrato c’è e non si può nascondere né cancellare – dice -. Voglio capire, guardarmi intorno e indagare per sapere come sono stati spesi i soldi dell’Europa e della Sicilia, per far venire alla luce le oscurità e scoprire in quali tasche sono andati a finire i finanziamenti pubblici. Questo è uno dei compiti per il quale il presidente Crocetta ha scelto me e non intendo deluderlo”.
La sfida più “ambiziosa”, tuttavia, a detta del nuovo commissario è quella di dimostrare che “la legalità non è nemica dello sviluppo”. “C’è bisogno di trasparenza e progettualità per un’amministrazione regionale moderna ed avanzata – prosegue -, ciò che la Sicilia non ha mai avuto a causa di quelle incrostazioni. Le due cose devono camminare di pari passo”. Insomma, l’ex magistrato, vuole “fare i conti con il passato per cercare di salvare il salvabile e ripartire da zero”. C’è però un grosso macigno sulla strada: la lettera di licenziamento che incombe sui 76 dipendenti di Sicilia e-Servizi Venture (il socio privato), che al 20 dicembre si ritroveranno senza lavoro. “Il problema contrattuale riguarda la società privata da cui è partita la minaccia di licenziamento – spiega -. Il problema gestionale invece riguarda noi e credo che si debba fare tutto ciò che è possibile per valorizzare, con il giusto criterio, le professionalità che sono state formate”.
Ingroia sembra avere le idee chiare e assicura “una verifica dei criteri di qualità e competenza in base ai quali queste persone sono state scelte”. “La Regione Siciliana deve consentire la prosecuzione dell’incarico a coloro che in tutti questi anni si sono distinti per correttezza e professionalità – conclude -. Quelli che invece sono frutto di clientelismo e nepostismo devono essere accompagnati alla porta, me ne occuperò personalmente”.
E questa mattina, tra i corridoi e le stanze della sede di via Tahon de Revel, si respirava un mix tra tensione, speranza e curiosità. “Speriamo abbia le competenze giuste – dicono i dipendenti di Sicilia e-Servizi -. Aspettiamo fatti concreti. Senza un piano studiato e strutturato, proposte innovative e progetti seri non si risolve nulla”. Ma c’è anche qualcuno più perplesso: “Non crediamo molto al cambiamento tanto vociferato, quasi urlato in questi giorni dal nuovo commissario sugli organi di stampa. Siamo qui, aspettiamo”.