PALERMO – I primi passi del Nuovo centrodestra in Sicilia rischiano di essere più travagliati del previsto. In palio ci sono le posizioni di guida degli alfaniani nei punti cardine della politica siciliana e così alle spalle dei big, Renato Schifani e Dore Misuraca, si è già scatenata la bagarre. Lo scontro in queste ore vede di fronte l’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio, e il compagno di gruppo a Palazzo dei Normanni, Giuseppe Milazzo, che siede anche al Consiglio comunale di Palermo. Compagno ancora per poche ore dal momento che a Milazzo non è andata giù la nascita del gruppo Ncd a Palazzo delle Aquile per iniziativa di Alessandro Anello, da sempre vicino all’ex presidente dell’Ars, e così il fronte si è spostato da Sala delle Lapidi a Sala d’Ercole: “Lunedì invierò una lettera al presidente Ardizzone per formalizzare l’uscita dal gruppo del Pdl e l’adesione formale al Nuovo centrodestra”, spiega Milazzo a Livesicilia. E’ l’epilogo dello scontro tra i due, che nelle ultime ore sembra siano andati avanti a colpi di ultimatum e sfide reciproche, fino al primo passo formale di Cascio che ha di fatto escluso l’esponente di punta di Ncd dal gruppo di rfierimento in Consiglio comunale.
Il primo porto di destinazione di Milazzo sarà però il gruppo Misto, “in attesa che gli altri colleghi aderenti al progetto di Alfano – dice Milazzo – si uniscano a me per far nascere il Nuovo centrodestra all’Ars. Attendo anche l’arrivo di Cascio”. In realtà la nascita del Nuovo centrodestra all’Ars non sarà facile. In sette hanno deciso di seguire Alfano e Schifani, cifra sufficiente a far nascere un gruppo autonomo a Palazzo dei Normanni, ma prima c’è una questione pesante come un macigno da risolvere: il pagamento del Tfr di alcuni dipendenti storici del Pdl. Un debito di oltre duecentomila euro, ereditato dal gruppo della vecchia legislatura, che gli attuali deputati si sono comunque impegnati a saldare accantonando una parte della propria busta paga mensile di onorevoli. Nella nascita di Ncd e nel ritorno di Forza Italia, dunque, si dovrà tenere conto anche di un problema economico ed è per questo che la scissione del Pdl tarda a concretizzarsi nonostante le riunioni all’Ars.
Lo strappo Cascio-Milazzo, tuttavia, resta a turbare l’armonia della squadra messa insieme da Alfano e Schifani. Sarà soprattutto l’ex presidente del Senato a risolvere la querelle nelle prossime ore: apporre il timbro sull’iniziativa di Cascio al Comune di Palermo o cercare la mediazione tra i due litiganti. Impossibile trovare conferme ufficiali, ma voci di corridoio dicono che i vertici del Nuovo centrodestra siano rimasti comunque “spiazzati” dall’accelerazione dell’ex numero uno dell’Ars. Alla fine potrebbe prevalere comunque la linea moderata della pacificazione. Del resto, una seconda divisione non gioverebbe a nessuno.