"Con Cuperlo un Pd di sinistra |Rimpasto? Io non disponibile" - Live Sicilia

“Con Cuperlo un Pd di sinistra |Rimpasto? Io non disponibile”

"Il Pd non deve essere il partito del leader ma un partito di sinistra moderna", dice Antonello Cracolici, che sostiene la corsa di Cuperlo alle primarie. Gli errori di Crocetta? "Il riformismo dall'alto non dà risultati, meglio fare una squadra". L'Udc? "Nervosi in vista delle prossime elezioni"

Intervista ad Antonello Cracolici
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6 min di lettura

PALERMO – Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, è impegnato in questi giorni nel rush finale delle primarie. L’8 dicembre il Partito democratico elegge il suo nuovo segretario e i componenti dell’assemblea nazionale. Cracolici sostiene la corsa di Gianni Cuperlo, che contro il superfavorito Matteo Renzi ha già vinto in Sicilia la sfida degli iscritti.

Onorevole Cracolici, la performance di Cuperlo in Sicilia è stata migliore rispetto alla media nazionale. Vi aspettavate questo risultato?
“Tra gli iscritti abbiamo vinto, a Enna abbiamo vinto, ad Agrigento e Caltanissetta abbiamo vinto, a Catania abbiamo vinto, a Palermo abbiamo pareggiato. Adesso ci sono le primarie. E intanto bisogna far sapere alla gente che oltre che votare il segretario, le persone decideranno anche i candidati all’assemblea nazionale, che è rappresentata da mille componenti. E in questo senso ci sono delle liste a supporto: io sono capolista a Palermo, in provincia c’è Antonio Rubino”.

Che risultato si aspetta al gazebo?
“Io spero che ci sia la stessa sorpresa che c’è stata fra gli iscritti. I sondaggi davano la partita per già vinta da Renzi, si è dimostrato che non è così. Certo, molto dipende da quanta gente va a votare”.

Già, questa è la sfida nella sfida. Che previsioni si sente di fare?
“Guardi, da quando facciamo le primarie sento sempre dire alla vigilia che il problema è quanta gente va a votare. Ma bisogna ricordare che l’anno scorso erano primarie di coalizione, c’erano altri partiti che partecipavano. Qui invece ricordo che scegliamo il segretario del Pd non il candiato premier. E quindi è normale che voterà qualcuno in meno”.

Quanti in meno?
“L’altra volta in Sicilia votarono più di centomila persone. Ogni volta si carica di tragedia questo elemento. Siamo l’unico partito che ha fatto diventare le primarie la ragione della sua esistenza in vita”.

Lei non è mai stato molto entusiasta di questo metodo…
“Io troverei ragionevole che il segretario di un partito lo scelgano i militanti di un partito, ma queste sono le regole. E mi adeguo”.

Dopo il congresso nazionale toccherà a quello regionale. Con che tempi?
“Entro marzo. Immagino che questa scadenza verrà rispettata se non dovessero esserci elezioni anticipate”.

C’è questo rischio?
“Ogni giorno vediamo un nervosismo del sistema politico che potrebbe portare a quell’errore. Perché la fine della legislatura sarebbe un errore visto che sta cominciando il nostro semestre di presidenza europeo. E purtroppo siamo stati un paese non rispettato in Europa, dove abbiamo esportato solo il cucù di Berlusconi alla Merkel”.

L’esito del congresso nazionale influirà su quello regionale?
“Direi una bugia se dicessi di no, ma anche se dicessi di sì. Credo di no, credo che non si riproporrà lo stesso modello. È probabile che ci siano rimescolamenti, anzi, io lo considero addirittura auspicabile. Io continuo a pensare che il Pd che serve alla Sicilia è un Pd più autonomo e più siciliano, per dare maggiore rappresentanza della sinistra siciliana a Roma”.

Quella rappresentanza “romana” in cui il Pd siciliano difetta ormai da tempo…
“Mi pare proprio che uno dei fallimenti di questi anni della classe dirigente del Pd è stata la continua marginalizzazione nella vita politica nazionale. Basta vedere la presenza dei siciliani nell’ultimo governo Prodi e il primo governo Letta”.

Che tipo di segretario regionale immagina?
“Spero che abbia i capelli, e la bocca per parlare (ride, ndr). Mi pare assolutamente prematuro tracciare un identikit”.

Serve un giovane a tutti i costi?
“Mi auguro che ci sia anche un elemento di novità che possa interpretare la domanda di cambiamento che c’è. Alle ultime primarie per i candidati al parlamento nazionale, la più votata è stata Magda Culotta, giovane sindaco di Pollina. Ma il cambiamento non è solo un fatto di carta di identità anagrafica. Potrei dire con una battuta che ci vuole qualche ruga in meno ma qualche pensiero in più”.

Queste risorse nel Pd ci sono?
“Questa campagna per le primarie mi sta facendo scoprire tante persone. Ieri sera ho ascoltato una ragazza di 29 anni che sapeva parlare ai cuori e alle teste. Abbiamo tante risorse in questo partito”.

A proposito di Pd. Il rapporto con Croceta, dopo i marosi, vive una fase di tregua. Ma a gennaio dovrebbe arrivare il momento del rimpasto, no?
“E’ un impegno preso con Crocetta. Il problema si è manifestato, c’è l’esigenza di fare il punto dopo un anno di governo, mi pare normale”.

E voi siete sempre per la sua idea di un “rafforzamento politico” della giunta?
“Non credo che sia la mia idea. Ormai credo che quest’idea l’abbia persino il presidente della Regione”.

Bastano alcuni innesti o la giunta è proprio da rifare, secondo lei?
“Lo valuterà il presidente della Regione, diciamo che una macchina nuova con ruote vecchie rischia di sbandare. Io non ho alcun interesse a ragionare in termini personali”.

Ma a dire il vero, il suo nome e quello di Giuseppe Lupo erano i papabili per entrare in giunta…
“Non sono disponibile, devo dirlo con grande sincerità. Credo di poter fare meglio il parlamentare. Ci sono tante altre energie da utilizzare”.

Dov’è che è andato peggio il governo secondo la sua valutazione?
“Uno dei problemi che abbiamo registrato è la necessità della condivisione di un progetto di cambiamento, che invece fin qui ha vissuto più di strappi. C’è bisogno di una condivisione con la maggioranza, il riformismo dall’alto non dà risultato. Meglio costruire una squadra”.

E la tensione continua con l’Udc può minare il cammino della giunta?
“Io penso che ci siano più ragioni di posizionamento politico che di reali divergenze su aspetti programmatici. L’Udc probabilmente si interroga più sul suo futuro, sui prossimi impegni elettorali e ha necessità di affermare un profilo più marcato. Questo li rende più nervosi. Va ricordato che in un anno hanno subito diverse perdite al loro interno”.

Tornando alle primarie, mi spiega perché si dovrebbe votare per Cuperlo?
“Perchè il segretario di un partito deve essere una persona che quando parla ti deve insegnare qualcosa. Il partito è una cosa diversa da una lista elettorale, ha un senso di appartenenza, di comunità di persone che hanno valori condivisi. Cuperlo ha storia personale e cultura poltiica per costruire quel tipo di partito. E dà l’idea di una sinistra moderna che non rinuncia a essere sinistra”.

E se vincesse Renzi, la sinistra rinuncerebbe a essere tale?
“In democrazia si prende atto dell’esito. Anche se dovesse vincere Renzi, certamente non potrà prescindere il punto di vista di chi ha un’idea diversa. A me non piace l’idea di un partito di un uomo solo al comando. Il Pd deve avere un leader ma non può essere il partito del leader”.

In prima commissione avete cominciato le audizioni sui nuovi liberi consorzi che sostituiranno le Province. Come sta andando?
“Abbiamo sentito le prime opinioni, non è andata male. Ho partecipato al convegno degli impiegati delle Province, ci sono molte paure, alcune giustificate più che altro dalla situazione finanziaria e non dalla riforma. Questo crea un corto circuito perché quando la gente è impaurita non vuole ascoltare. Ma io ho molto chiaro che non è in discussione il rapporto di lavoro dei dipendenti delle Province”.

I consorzi saranno nove come le vecchie province o saranno di più?
“Vedremo, in commissione si lavora per emendamenti. Vediamo quale sarà il testo che alla fine uscirà. Io ho voluto mettere un punto di partenza, con quei nove. Adesso si comincia a mettere in moto le macchine”.

Con Crocetta avete avuto momenti difficili. Oggi i vostri rapporti sono sereni?
“Io faccio politica, è quello lo strumento con cui regolo i rapporti. Con Crocetta abbiamo una comune militanza e la condivisione di un progetto ed è giusto che cerchiamo di trovare una sintesi”.

L’avete trovata?
“Ci stiamo lavorando. E stiamo cercando come Pd di dare una mano su testi complicati. Dalle province ai precari e al bilancio, non m pare che il ruolo del Pd sia secondario in questa fase”.

 


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