Provenzano e la Trattativa | Sergio Flamia sentito dai pm - Live Sicilia

Provenzano e la Trattativa | Sergio Flamia sentito dai pm

Prima di diventare componente del gruppo di fuoco del clan di Bagheria, il neo pentito era il factotum di Bernardo Provenzano. Ecco perché potrebbe conoscere elementi utili alle indagini sul presunto patto scellerato fra la mafia e pezzi delle Istituzioni.

IL COLLABORATORE DI BAGHERIA
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PALERMO – E adesso nel fascicolo dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia sono finite pure le dichiarazioni del pentito Sergio Flamia. Il collaboratore del clan di Bagheria parlerebbe di Bernardo Provenzano e delle strane coperture di cui avrebbe goduto durante la latitanza.

Le sue dichiarazioni vanno così ad ingrossare il fascicolo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Di certo c’è che i pm di Palermo gli hanno chiesto chiarimenti su questo fronte investigativo oltre che sulla guerra di mafia che insanguinò il “Triangolo della morte”. Fu la cronaca a imporre la macabra definizione. Fra Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia i morti ammazzati si contavano a decine. Era la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta. La stagione del terrore insanguinò le strade di una fetta della provincia di Palermo. Molti di quei delitti sono rimasti irrisolti. Ora, però, ad aprire uno squarcio arrivano le dichiarazioni di Sergio Flamia, il nuovo pentito di Bagheria.

Flamia oggi ha 51 anni. La mappa del potere al momento del suo arresto lo piazzava al vertice del clan di Bagheria. Braccio destro del presunto capo, Gino Di Salvo, la sua carriera criminale, però, sarebbe cominciata molto prima. È stato componente del commando di fuoco della cosca di Bagheria e, prima ancora factotum di Bernardo Provenzano. Al padrino corleonese avrebbe offerto copertura e appoggio logistico avendogli messo a disposizione dei locali per la realizzazione di alcuni summit di mafia. È stato fianco a fianco al capomafia che nel bagherese ha trovato quella necessaria rete di protezione per una lunghissima latitanza. Ecco perché sembrerebbe conoscere alcuni segreti che possono tornare utili ai magistrati che indagano sulla Trattattiva.


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