TRAPANI – Tutti prosciolti. Quattro medici dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani non causarono la morte di un bimbo di quattordici mesi. Sotto processo per omicidio colposo, ma escono scagionati con formula piena, c’erano il chirurgo pediatrico Erminio Milana, Pietro Di Stefano e Cinzia Malato, rispettivamente primario e medico del reparto di Pediatra, e l’anestesista-rianimatore Francesco Angelo.
Il processo davanti al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Trapani andava avanti da sette anni e riguardava il decesso di un bimbo affetto dalla nascita dal morbo di Hirsprung, una malattia congenita del colon. Una delle conseguenza della patologia è la stipsi. Fu la presenza di un fecaloma la causa del ricovero del piccolo paziente nel reparto di Chirurgia pediatrica del Sant’Antonio.
Inizialmente sotto processo era finito il solo primario di Chirurgia pediatrica, Maurizio Dolce. Al termine del processo di primo grado, nel quale il medico fu assolto, il Tribunale decise di trasmettere le carte alla Procura. Una perizia, infatti, sembrava tirare in ballo la responsabilità degli altri quattro sanitari.
Sembrava, appunto, perché nel corso della nuova indagine, gli avvocati Claudio Gallina Montana e Luciano Termini, hanno fatto emergere che i medici avevano fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità, e oltre, per tentare di evitare il peggio. Ed emerse pure che la perizia che li incriminava si era basa sulla valutazione errata di due parametri che aveva condotto i periti verso conclusioni che i difensori hanno sempre bollato come “incredibilmente false”. Da qui la decisione del giudice che ha prosciolto i quattro medici nella fase delle indagini preliminari per non avere commesso il fatto.