La Finanziaria entra nel vivo, qual è la posta in gioco? Dal punto di vista squisitamente politico ce n’è più di una.
La posta in gioco di governo e maggioranza
Il presidente della Regione, Renato Schifani, e la maggioranza di centrodestra puntano a consolidare ‘la fiducia’ ottenuta nel respingere la mozione presentata dalle opposizioni: un risultato scontato. Il banco di prova più arduo arriva adesso. Sarà il senso di coalizione a prevalere o l’interdizione dei franchi traditori?
Il governatore, nell’ultimo passaggio in Aula, ha rivendicato, non senza argomentazioni, i risultati economici raggiunti dal suo governo. Tuttavia, la questione morale-giudiziaria che ha investito il centro destra – i casi Galvagno-Amata, il caso Cuffaro – è un convitato di pietra sempre foriero di inquietudini.
Fra i tanti nodi problematici resiste quello del rapporto con la Dc, esclusa dalla giunta, ma ripescata nel sottogoverno. Resta da verificare, inoltre, la sintesi con i meloniani e con quella parte di Forza Italia in tumulto. La data delle prossime elezioni regionali, non vicinissima, ma neppure lontana, con la vicenda della ricandidatura a Palazzo d’Orleans, compongono il quadro di una calma apparente sempre pronta a sfociare in tensione.
Il dilemma del centrosinistra
L’opposizione ha raggiunto il tagliando di visibilità con la numericamente infruttuosa mozione di sfiducia. L’esito materiale, ampiamente noto, è stato compensato da un’azione simbolica che si innesta nel percorso di un confronto senza quartiere. Vedremo in Aula cosa accadrà.
Nel frattempo, il centrosinistra non sta risolvendo il suo problema principale: esserci non soltanto nella forma della contrapposizione, ma come forza politica credibile. L’accordo avverso il governo Schifani evapora in cento distinguo – dal metodo, alla piattaforma, alle modalità di scelta di un candidabile purchessia – quando si discute di tratteggiare la sfida per Paalazzo d’Orleans. Non è un viatico che autorizzi chissà quali prospettive.
L’emergenza della sanità siciliana
Questo è, più o meno, il quadro politico in evoluzione. Poi, ci sono i guai dei siciliani, oltre i numeri e le schermaglie. La sanità è l’emergenza primaria. L’esperienza nelle nostre strutture racconta le falle di un sistema che, tra liste d’attesa e ritardi, spesso non offre risposte con i tempi necessari alla domanda di cura.
Ne stiamo raccontando gli aspetti più problematici e continueremo a farlo. La salute delle persone – di ogni persona – vale più di un rimpasto o di un incarico. Ecco la vera posta in gioco.
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