PALERMO – Chiede la convocazione immediata delle elezioni. Ma soprattutto, invoca la decadenza immediata dei sei deputati eletti a Siracusa. L’ex deputato regionale Pippo Gennuso ha inviato una diffida al presidente della Regione Rosario Crocetta, a quello dell’Ars Giovanni Ardizzone e al direttore generale dell’assessorato alle Autonomie locali Giuseppe Morale per invocare l’applicazione della sentenza del Cga di inizio febbraio che dispone la ripetizione delle elezioni regionali in sei sezioni di Pachino e tre di Rosolini. A partire da un punto: “A fronte del disposto annullamento giurisdizionale del verbale di proclamazione – si legge nella lettera, mandata per conoscenza anche alla Corte dei conti – viene meno il titolo legittimante l’esercizio delle funzioni di deputati e non è consentita alcuna prorogatio nelle funzioni dei deputati eletti con il verbale di proclamazione annullato”. Cioè, secondo Gennuso, Vincenzo Vinciullo (Nuovo centrodestra), Stefano Zito (Movimento cinque stelle), Pippo Gianni (Misto), Edy Bandiera (Udc, è subentrato a Pippo Sorbello) e Gianbattista Coltraro (Megafono) devono decadere immediatamente.
Non è l’unica richiesta. Gennuso mette nero su bianco il termine ultimo per le elezioni: “Entro 90 giorni dalla pubblicazione della sentenza (avvenuta il 5.2.2014) e dunque entro il 6 maggio 2014 – scrivono i suoi legali – dovranno ripetersi le elezioni regionali nelle sezioni indicate nella sentenza”. Ma il punto-chiave è la decadenza. Senza la quale, secondo il politico siracusano, si configurerebbe un danno erariale: “Anche al fine di non incidere sul corretto plenum dell’Assemblea – attacca Gennuso – ed evitare il protrarsi di situazioni che vedono allo stato permanere nelle funzioni soggetti la cui proclamazione è stata annullata dall’autorità giudiziaria, con conseguente danno erariale, è necessario procedere immediatamente al disposto rinnovo delle operazioni elettorali”.
L'ex parlamentare regionale chiede l'applicazione della sentenza: "Elezioni da rifare a Rosolini e Pachino. E i sei parlamentari devono andare a casa, altrimenti c'è un danno erariale".
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