PALERMO – Le larghe intese sono più larghe del previsto. Il governo, in un colpo solo, incassa il sostegno, per l’approvazione dell’articolo-chiave della riforma delle Province, quello sulle città metropolitane, sia degli alfaniani di Sala d’Ercole che del Movimento cinque stelle. Tutti d’accordo nel votare una riscrittura della norma che – ennesimo scarabocchio sull’iter di questa faticosissima riforma – addirittura va a ripescare il concetto di “area metropolitana”. Così come definito da un decreto presidenziale del 1995. Insomma, elogio della realpolitik, il governo Crocetta e la sua turbolenta maggioranza, per giungere all’approvazione di una norma “innovativa e rivoluzionaria” è costretto a riesumare una norma vecchia di quasi 19 anni.
Una norma che, a dire il vero, è stata rilanciata dall’opposizione. Da un emendamento del deputato messinese del Nuovo centrodestra Nino Germanà sottoscritto da tutto il gruppo del Nuovo centrodestra all’Ars. Quanto basta, appunto, per poter rispolverare il concetto delle larghe intese. Degli accordi trasversali. Accordi e intese smentiti – ma solo in parte – dal capogruppo degli alafaniani all’Ars Nino D’Asero: “Questo ddl per la riforma delle Province – ha detto – soffre di una serie grave di vulnus che stiamo cercando di guarire”. Così, l’emendamento di Germanà, per gli alfaniani è solo “una correzione della norma, tendente a definire chiaramente il concetto di area metropolitana. Dunque, – continua D’Asero – voglio precisare a nome di tutti i miei colleghi di gruppo che la nostra battaglia in Aula è una sfida sulle riforme e non la prova generale di un grande accordo che non esiste, che non è nelle nostre intenzioni di forza di opposizione, comunque propositiva e responsabile”.
Una precisazione che non convince granché, a dire il vero. I contatti sono ampiamente avviati. E la precisazione del Nuovo centrodestra, insieme all’atteggiamento “responsabile” sulle Province, appare semmai come una risposta all’invito nemmeno tanto velato del governatore che qualche giorno fa aveva aperto persino a un possibile ingresso in giunta degli alfaniani: “Ma non per ragioni di potere. Solo in caso di sostegno a un progetto ampio di riforme”.
A caldo, però, dopo l’approvazione dell’articolo 7, il presidente Crocetta di rimpasto non vuol sentire nemmeno parlare. “Basta, troppe volte si è raccontato qualcosa di diverso da ciò che pensavo”. Ma il governatore poi aggiunge: “Certamente non posso pensare che un voto contrario e un voto favorevole siano la stessa cosa”. Insomma, all’eventuale allargamento della propria maggioranza, si penserà tra qualche giorno. Intanto, c’è da brindare a un “successo” pagato a dire il vero, a caro prezzo. La norma finora approvata è molto diversa da quella inizialmente prevista dal governo. “L’impalcatura della norma – precisa però Crocetta – ha retto. Certamente, questa legge è il frutto di una mediazione. E io rivendico di essere un politico pronto a cambiare idea”.
Tra l’altro, oggi a Sala d’Ercole, il governo ha incassato il sostegno meno prevedibile. Il Movimento cinque stelle, infatti, andando in direzione opposta rispetto all’esame dell’articolo 1, quando i grillini sono stati decisivi per la bocciatura del riferimento alle città metropolitane. La riscrittura avanzata dal Ncd, che “espande” l’ente oltre i limiti della singola metropoli, ha convinto il Movimento cinque stelle. Fino al punto da cambiare idea, e di rivendicare anzi, di aver voluto “persino con più forza del governo – ha detto in Aula il capogruppo Francesco Cappello – questa riforma”.
“La Sicilia – ha commentato il capogrupo del Pd Baldo Gucciardi – è la prima regione italiana a istituire le Città Metropolitane; dopo 68 anni abbiamo istituto i Liberi Consorzi di Comuni: insomma, quella che stiamo varando è davvero una buona riforma. Il Pd all’Ars ha svolto un ruolo determinante, abbiamo tenuto una posizione ferma e chiara. Il voto a favore del Movimento 5 Stelle e del Nuovo Centrodestra – aggiunge Gucciardi – conferma che le riforme vanno condivise”. Soddisfatto anche il capogruppo di Articolo 4 Luca Sammartino: “Per noi l’istituzione delle città metropolitane era determinante. E siamo soddisfatti anche dell’accordo ampio che si è raggiunto in Aula per l’approvazione. Ritengo infatti – ha aggiunto Sammartino – che in casi come questi, il Parlamento non debba dividersi, ma trovare motivi di condivisione. Che consentono, come in questo caso, di dare finalmente all’esterno l’idea di una Sicilia davvero innovativa, moderna”.
Così, ecco l’esito finale e positivo. Che riesce a nascondere i malumori ancora presenti all’interno della maggioranza. E che si incrociano inevitabilmente con le pretese di rimpasto della giunta di governo e con le nomine dei prossimi direttori generali della Sanità. Un rimpasto che, secondo alcuni big del Pd, dovrebbe essere ben più “massiccio”: un vero e proprio azzeramento dell’attuale del governo, per la creazione di un esecutivo nuovo. Intanto, l’attuale governo che voleva le “città metropolitane” dovrà accontentarsi delle aree metropolitane di oltre vent’anni fa. Meglio di niente. Per una legge che – secondo numerosissimi deputati d’opposizione – potrebbe essere fatalmente mutilata dal Commissario dello Stato. Nei giorni in cui, però, il governo potrebbe avere già aperto all’evoluzione del “modello Sicilia”. Con un’aggiunta di alfaniani. Nel nome delle “grandi” riforme, e della “responsabilità”, ovviamente. “Quando finì di girare il Decamerone – ha concluso Crocetta per ‘raccontare’ con una metafora l’iter di questa norma – disse che quello non era il film che voleva, ma che forse, alla fine, era anche venuto meglio. Magari sarà così anche per le Province siciliane”.
LA DIRETTA DELLA SEDUTA DI OGGI
21.45 Approvato l’articolo 7, modificato dall’emendamento di Germanà e altri del Ncd che fa coincidere i territori delle città metropolitane con quelli delle vecchie “aree metropolitane”.
21.30 Cracolici (Pd): “Con questa norma stiamo restituendo quello che alla Sicilia manca da tanto tempo. Questa Regione ogni tanto può rivendicare dei meriti di innovazione. Finalmente, grazie a questa norma, la Sicilia conoscerà un ente di aria vasta. Lo considero un successo di questa legislatura. Piaccia o no, siamo la prima Regione d’Italia ad avere abolito le Province”.
21.12 Musumeci ad Ardizzone: “Lei è un giurista navigato. Troppo, per non capire che questo ddl sia un obbrobrio, un mostro. Ma capisco che lei ha l’obbligo di rispondere alla sua città, Messina. Quella di oggi è una forzatura, che non fa onore a questo parlamento. La mia proposta: se avete i numeri, votatevi questa ignobile legge sui liberi consorzi. E stralciamo il tema delle città metropolitane, in attesa di verificare la legge nazionale”.
20.54 Alongi (Nuovo centrodestra): “Vorrei che si ribadisca che nessun lavoratore delle Province possa in qualche modo perdere il posto di lavoro dopo l’approvazione della riforma. Questa riforma non è quella inizialmente prevista dal governo. E credo qualche danno sia stato fatto. Temo che saremo costretti a riscriverla in alcune parti”.
20.43 Formica (Lista Musumeci): “Non si dice nulla sui Comuni che restano fuori dalle città metropolitane. Come se ci fossero cittadini di serie A e di serie B”.
20.35 Grasso (Grande Sud): “Potrebbe essere utile che il testo possa tornare in prima commissione. Lo Statuto infatti non prevede l’istituzione delle città metropolitane. E l’articolo 7 quindi non può creare una nuova entità, ma al massimo si può prevedere la ripresa del concetto di ‘area metropolitana’”.
20.32 Malafarina (Megafono): “Con quale coraggio si dice che le città metropolitane sono create per soddisfare i desideri del presidente Crocetta? Dov’era la Provincia di Catania, ad esempio, quando avrebbe dovuto intervenire sui tanti disagi di quel territorio? La Provincia così com’è è anacronistica e antieconomica. Questa riforma vuole restituire ai tanti territori la loro libertà”.
20.20 Ioppolo (Lista Musumeci): “Il concetto di città metropolitane è stato già cacciato via dalla legge con l’abolizione della norma nell’articolo 1. Quella è una norma reggente, che avrebbe rimandato all’articolo 7”. Ioppolo poi chiede al presidente Crocetta di commentare la smentita del Quirinale sull’opinione del presidente Napolitano sulla riforma delle Province.
20.14 Crocetta: “Io capisco che ogni novità introduca, oltre a speranze, anche elementi di inquietudine. Ma al momento questa norma non introduce i trasferimenti di funzione. Le partecipate hanno una loro autonomia giuridica. Mentre i lavoratori delle Province saranno trasferiti nei Comuni, nei Liberi consorzi, alla Regione. Ma non sarà perduto un solo posto di lavoro”.
20.07 Figuccia (Forza Italia): “I grillini modificano continuamente la propria posizione su aspetti ‘di sostanza’. Non si può dire che le idee cambiano a seconda di come ‘vi gira’. Un atteggiamento a intermittenza che complica il lavoro del parlamento. Ma va chiarito il futuro dei lavoratori, soprattutto di quelle delle società partecipate, per questo ho presentato un ordine del giorno per la tutela di quei posti di lavoro”.
20.02 Il capogruppo del Movimento cinque stelle Cappello: “Non prendiamo lezioni di coerenza da un deputato come Milazzo che non ha presentato e votato la mozione di sfiducia a Crocetta. Non siamo la stampella del governo. Ma vogliamo l’istituzione delle città metropolitane così come previste dall’articolo 7, in maniera più forte di quanto lo voglia il governo stesso. Per questo voteremo sì all’articolo 7, così come modificato dagli emendamenti di Germaà e del centrodestra, e di Picciolo e dei deputati di maggioranza”.
19.59 Ardizzone: “Che una norma così complessa si possa prestare a impugnativa del Commissario dello Stato è chiaro a tutti. Se poi, come dite, volete le città metropolitane, aiutate questa presidenza e l’Aula a fare una buona legge”.
19.55 Falcone (Forza Italia): “Il termine ‘città metropolitane’ è stato cassato definitivamente dopo la bocciatura nell’articolo 1. Il presidente della commissione Cracolici dovrà dimettersi nel momento in cui la norma dovesse essere bocciata dal Commissario dello Stato. Perché il governo vuole fare in Sicilia qualcosa di diverso rispetto a Roma? E se questa norma verrà impugnata, sarà responsabile anche il presidente dell’Ars Ardizzone, che ha consentito di andare avanti con gli articoli che riguardano le città metropolitane, già bocciate”.
19.40 D’Asero (Nuovo centrodestra): “L’emendamento proposto dal nostro gruppo puntava a definire, in fase di prima approvazione, il concetto di area metropolitana. Questo percorso avrà, da parte nostra, un atteggiamento positivo. Sulle riforme che portano a un momento di crescita, noi ci siamo, accettiamo la sfida”.
19.35 Crocetta assicura che non esiste il rischio di perdita dei finanziamenti europei.
19.27 Cordaro (Cantiere popolare): “La preoccupazione più grande è che in questo modo perderemo i Fondi europei. Alla maggioranza chiedo il coraggio di ammettere che l’unico modo per salvare questa legge serve un ritorno in commissione”.
19.19 Assenza (Forza Italia): “Le città metropolitane sono già state cancellate. Non possiamo più discutere di questo articolo 7”.
19.14 Secondo il capogruppo del Cantiere popolare Toto Cordaro “l’unico modo per fare una noma con capo e coda, dopo la bocciatura delle città metropolitane al primo articolo, sarebbe quello di riportare il testo in commissione. Ma la nuova formulazione, che prevede l’istituzione delle Aree metropolitane fa cadere l’unico motivo concreto per il quale l’istituzione delle città metropolitane avevano un senso: quello di attrarre finanziamenti europei. In questo modo, perderemmo anche quelli”.
19.12 Iniziano le polemiche in Aula. Milazzo: “Non sappiamo più nemmeno noi cosa stiamo approvando. L’idea della città metropolitana è fallita. Tutto questo, per cercare un accordo col Movimento cinque stelle”.
19.08 Durante la conferenza dei capigruppo, si è preso atto che l’emendamento del governo è quasi identico, di fatto, a uno presentato dal deputato del Nuovo centrodestra Nino Germanà che richiama al concetto di “area metropolitana”, così come previsto da una legge del 1995.
19.00 Riprende la seduta, dopo la conferenza dei capigruppo.
18.32 Ancora in corso una animata conferenza dei capigruppo. I deputati stanno discutendo della riscrittura, da parte del governo, dell’articolo che riguarda le città metropolitane.
17.53 Ardizzone sospende la seduta per una conferenza dei capigruppo.
17.50 Figuccia (Forza Italia): “Io vado oltre la richiesta dei miei colleghi. Chiedo non soltanto di dare la possibilità ai gruppi di approfondire la vicenda, ma, visto che la Commissione è stata puntualmente bypassata, ma che sia dato anche alla Commissione il tempo di esaminare quel testo”.
17.47 Formica (Lista Musumeci): “Anche oggi, ultimo giorno di carnevale, si è arrivata all’ennesima riproposizione della riforma. E siamo a venti. Io chiedo che venga concesso ai parlamentari e ai gruppi, di esaminare la riscrittura con i tempi previsti dal regolamento”.
17.40 Cordaro (Cantiere popolare): “Sappiamo di un emendamenti di riscrittura del governo, che però non abbiamo ancora visto. Credo che, almeno per le modalità di elezione nelle città metropolitane, servirà un esame di almeno 24 ore”.
17.37 Crocetta prende le difese di Bianchi: “L’assessore non può fornire risposte sulle coperture finanziarie visto che la Finanziaria, prima di essere portata in commissione, passerà attraverso alcuni incontri e concertazioni di natura politica e istituzionale, per evitare i problemi del passato”.
17.36 Anche Falcone all’attacco di Bianchi: “Ancora una volta il presidente della commissione Bilancio Nino Dina ha dovuto convocare e annullare la seduta della commissione, perché l’assessore non ha ancora portato la Finanziaria Bis”.
17.35 Molto critico sulla riforma delle Province il deputato di Forza Italia Riccardo Savona, che ha anche attaccato l’assessore all’Economia: “A causa dell’arroganza propria di questo Governo, – ha detto Savona – la Regione Siciliana ha un bilancio “virtuale” e non ha una finanziaria di spesa “valida”. Aver rifiutato per principio l’utilizzo dell’Esercizio provvisorio è stato deleterio ed esiziale per tutti: Governo, Parlamento e categorie sociali. A questo proposito sono e resto fortemente perplesso sulla validità del contributo apportato dall’Assessore all’Economia Luca Bianchi ai conti della Regione: non era mai capitato infatti, che la Regione Siciliana si trovasse in una situazione di dramma finanziario come in questi giorni. Bianchi è riuscito là dove altri avevano fallito… non soltanto non abbiamo un Bilancio in esercizio provvisorio, non lo abbiamo proprio! E mi dispiace altresì leggere da troppo tempo sugli organi di stampa che la cosiddetta “Finanziaria bis” starebbe per giungere in Commissione Bilancio “da un momento all’altro”… una “Finanziaria bis” che dimezzerebbe in modo orizzontale il contributo regionale agli enti che si occupano di disabilità, ai ciechi, ai sordi… Se erano queste le credenziale che facevano sperare l’Assessore Bianchi in una nomina a Sottosegretario del Governo Renzi, non c’è da meravigliarsi che ciò non sia avvenuto… In questo contesto pericoloso quanto drammatico, il Parlamento Regionale è ostaggio del Governo. Proprio così, siamo sequestrati da mesi a Sala d’Ercole per discutere niente di meno che di abolizione delle Province
In Sicilia – prosegue Savona – si muore di fame e noi continuiamo ad occuparci di “Liberi Consorzi”, magari nel tentativo di “regalare” al Comune di Gela il tanto agognato rango di Capoluogo…
Non è solo irresponsabilità, è soprattutto un infame menefreghismo da parte di chi non ha la minima idea del reale stato di criticità in cui versa l’economia isolana.
Nonostante l’Ordine del Giorno dell’ARS sia colmo di norme urgenti, la cui trattazione non appare più rinviabile, siamo – come dicevo – costretti ad occuparci di un testo di riforma delle Province oramai senza capo né coda. Nessuna organica logicità permane oramai, alla luce dei numerosi emendamenti approvati e delle infinite riscritture governative, tra gli articoli di questo DDL.
Chi lo sa, probabilmente la possibilità di fare una figuraccia con Giletti è più dolorosa di una probabile impugnativa del Commissario dello Stato. Sta di fatto che ad oggi nessuno si sta occupando dei reali bisogni della Sicilia e dei Siciliani”.
17.30 Dopo una prima sospensione, riprende l’Aula.
IL GIORNO DELLE CITTA’ METROPOLITANE
La bocciatura si tradurrebbe in un fallimento. Ma qualche spiraglio, in queste ore, si intravede. Sul tavolo di Sala d’Ercole ecco arrivare lo spinoso caso delle città metropolitane, la cui creazione – vero elemento di novità della riforma delle Province voluta da Crocetta – è legata all’approvazione dell’articolo 7 del disegno di legge in discussione in Aula.
Ma una battuta d’arresto, le città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) l’hanno già subita. All’articolo 1, il voto segreto e l’opposizione incrociata del Movimento cinque stelle e del centrodestra aveva bocciato la norma che ne prevedeva l’istituzione, insieme a quella dei liberi consorzi. Ma come detto, non tutto è perduto. Adesso la palla passa all’Aula. E l’impressione è che i giorni che hanno diviso la discussione dei primi articoli e quello, appunto, che verrà votato oggi, abbiano portato a qualche avvicinamento. Oltre al Nuovo centrodestra, anche molti deputati di Forza Italia sembrano pronti a votare sì. “Purché – spiega il deputato Vincenzo Figuccia – vengano salvaguardati i dipendenti delle Province e delle società partecipate. Le città metropolitane – aggiunge – rappresentano comunque un’opportunità importante per la Sicilia”.
Anche M5s e, come detto, Ncd sarebbero disponibili a votare l’istituzione delle città metropolitane a patto che la norma inserita nel ddl sulle Province (art.7) venga riscritta, non limitandolo il perimetro alle attuali città di Palermo, Catania e Messina ma estendole le aree ai comuni limitrofi, lasciando agli enti locali più piccoli la scelta di rimanere all’interno delle aree oppure aderire ai Liberi consorzi. Il governo starebbe lavorando alla riscrittura della norma da portare in aula alla ripresa dei lavori parlamentari, al momento sospesi.
“In materia di riforma delle Province e liberi consorzi di Comuni, – ha ribadito Bernadette Grasso – per quanto attiene le aree metropolitane, ritengo irrinunciabili tre principi. Le cosiddette aree metropolitane devono rappresentare in modo uniforme l’intera Isola, evitando che vengano fagocitati territori che meritano eguale autonomia, dignità e rappresentatività. In secondo luogo, i Comuni devono rimanere le cellule territoriali naturali e primigenie. Infine l’Assemblea Regionale Siciliana non può che essere il luogo deputato per la disciplina della materia, proprio per evitare interferenze e ingerenze di demagoghi e demiurghi dell’ultima ora. La tentata delegittimazione dell’istituzione Parlamento – ha concluso il deputato di Forza Italia – non solo ha raggiunto limiti che non sono più tollerabili, ma offende l’impegno e la dignità di chi, con costanza e sacrifici, lavora per il bene della Sicilia”.
“Sì alla istituzione delle città metropolitane, – ha detto il deputato di Voce siciliana Michele Cimino – nel rispetto del ruolo dei Comuni e dei grossi centri urbani. Si tratta di uno strumento che agevolerebbe lo sviluppo e che permetterebbe di intercettare le risorse finanziarie disponibili. Va comunque considerata – ha aggiunto – la specificità della situazione siciliana, con una particolare attenzione alla realtà dei Comuni e delle grandi città, soprattutto per quello che riguarda le funzioni e le competenze, nella prospettiva di una riorganizzazione complessiva delle autonomie locali al passo con i tempi e funzionale allo sviluppo e alla crescita dei territori”.