PALERMO – Piccole ma sostanziali modifiche al disegno di legge che reintroduce il voto diretto nelle ex Province in Sicilia. Nessuna novità sotto l’aspetto ordinamentale, cambia però la copertura delle spese elettorali previste dalla legge.
Province, le spese elettorali
La commissione Bilancio ha dato il suo ok al ddl approvando un emendamento a firma dell’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, con il quale si mette nero su bianco la spesa che dovrà essere sostenuta dalla Regione per il ritorno alle elezioni dirette negli enti di area vasta.
Saranno 5,1 milioni di euro, soldi che serviranno a coprire le spese già individuate dagli uffici della Regione. Le varie voci, analizzate da LiveSicilia, sono contenute in una tabella portata all’esame del Parlamento.
Gli altri dieci milioni di euro previsti dagli uffici del dipartimento Autonomie locali saranno a carico delle stesse ex Province. Sono le spese per il pagamento dei componenti dei seggi elettorali, delle commissioni e delle sottocommissioni elettorali. Se non fosse intervenuta la modifica anche queste sarebbero finite direttamente nella voce spese del bilancio regionale.
Sud chiama Nord: “Inaccettabile peso per le Province”
“Quanto accaduto oggi è inaccettabile – afferma il deputato di Sud chiama Nord Giuseppe Lombardo -. La maggioranza ha deciso di imporre altri dieci milioni di costi che graveranno sulle tre Città metropolitane e sui i sei Liberi consorzi per finanziare le elezioni dirette degli organi di governo degli enti di area vasta, un provvedimento che rischia di mettere in ginocchio questi enti”. Per Lombardo “si tratta di una manovra che impedirà agli enti di predisporre i bilanci per il 2025, caricandoli di una spesa non prevista e, ad oggi, senza copertura”.
M5s: “Ancora il tema Province? Scandaloso”
Critico anche il movimento cinque stelle con Nuccio Di Paola: “La Sicilia è alle prese con mille emergenze e il governo che fa? Torna per l’ennesima volta alla carica per ripristinare le elezioni dirette delle Province già bocciate”.
Di Paola poi ricorda: “Con le elezioni dirette i costi per le Province crescerebbero notevolmente rispetto alle elezioni di secondo grado e non solo per i 5 milioni aggiuntivi che occorrerebbero solo per le operazioni elettorali. È scandaloso che questo governo torni sull’argomento già bocciato dall’Ars, delegittimando clamorosamente il Parlamento”.
Il prossimo passaggio sarà in commissione Affari istituzionali, dove il ddl arriverà domani mattina. A seguire il testo del ddl 815 ‘Disciplina degli organi di governo degli enti di area vasta e per l’elezione diretta dei loro componenti’ sbarcherà a Sala d’Ercole.