PALERMO – Arrivano in città pieni di entusiasmo, sperando di trovare il sole e l’accoglienza di cui parlano gli spot pubblicitari, ma spesso tornano a casa con le tasche vuote e l’amarezza di una vacanza rovinata. I turisti a Palermo vengono aggrediti, minacciati, derubati. E se va male, anche picchiati. Ne è un esempio la vicenda che ha visto protagonista un anziano olandese, tornato nella sua città con un braccio rotto e un’ingessatura che farebbe pensare a tutt’altro che a giorni di relax e spensieratezza in Sicilia, dove ha trascorso alcuni giorni insieme alla moglie, testimone della rapina avvenuta in via del Celso. A poche ore dal colpo la polizia era riuscita a recuperare la macchina fotografica di cui si era impossessato un extracomunitario e la vicenda si era comunque conclusa nel migliore dei modi, ma a finire nel mirino sono soprattutto coloro che alloggiano negli hotel del centro storico.
Dalla zona della Kalsa, fino a via Maqueda, gli assalti si contano a decine. Ultimo in ordine di tempo quello di pochi giorni fa ai danni di una cinese che alloggiava presso l’Hotel Orientale, a pochi metri dal mercato di Ballarò. Il cancello della struttura alberghiera è rimasto per caso aperto ed un extracomunitario l’ha aggredita alle spalle, nell’androne. Bottino, 1200 euro oltre a carte di credito e documenti.
“La ragazza – dice la titolare dell’albergo, Rosi Colletti – è rimasta per due giorni chiusa nella stanza, aveva troppa paura. Poi la sua amica l’ha convinta ed hanno fatto diversi giri turistici. Ma era amareggiata, non vedeva l’ora di ripartire. Noi albergatori – prosegue – temiamo ormai per la nostra stessa incolumità. C’è troppa violenza, non esistono più limiti. Basti pensare che quindici giorni fa altri due miei clienti sono stati rapinati. Erano del nord Italia, si trovavano di fronte al palazzo dell’albergo, lo stavano ammirando. All’improvviso sono stati raggiunti da due uomini, uno di loro gli ha chiesto di accendere una sigaretta, mentre il complice ha bloccato la moglie alle spalle e gli ha strappato la borsa. Lo stesso giorno – prosegue – altri due turisti che alloggiavano in un albergo di mia proprietà, in via Divisi, sono stati derubati al loro arrivo. In quel caso invece di rimanere sei giorni, come programmato, sono andati via l’indomani. Ero mortificata, non sapevo come giustificare quello che succede nella mia città e per me si è trattato anche di una pesante perdita economica”.
Insomma, una scia di colpi quella a cui si assiste, un’escalation i cui numeri continuano a gonfiare e parlano chiaro: il rapinatore va alla ricerca di bottini sicuri, di cellulari da piazzare immediatamente nel mercato nero e di soldi in contanti. Ed in via Roma la situazione non cambia. Il direttore dell’Hotel del Centro parla con l’amaro in bocca di una situazione difficile da gestire, sulla quale è necessaria una maggiore prevenzione.
“I poliziotti dovrebbero effettuare i controlli in borghese, stare tra la gente per cogliere sul fatto questi malviventi che seminano il panico – dice Giuseppe Palazzolo -. Purtroppo il giro delle volanti non basta più. Chi ha brutte intenzioni sa quando e come colpire per passare inosservato e darsi alla fuga senza lasciare traccia, specie in questa zona piena di vicoli. Qual è il biglietto da visita che offriamo ai nostri clienti? – Si chiede – Qual è il ricordo che lasciamo? L’altro giorno un turista mi ha addirittura chiesto dove era possibile trovare cumuli di rifiuti da fotografare. Se a tutti i problemi che ha Palermo, aggiungiamo questi livelli di microcriminalità – conclude Palazzolo – non ci resta che chiudere”.
A lanciare l’allarme è anche la direttrice dell’Hotel Porta Felice di via Butera: “Non se ne può più, troppo frequentemente i nostri visitatori devono ricorrere alle cure mediche per ferite riportate durante scippi o rapine – dice Daniela Fusi -. Ormai noi albergatori siamo costretti a fornire un vero e proprio “vademecum” su come comportarsi mentre si passeggia in città. Consigliamo ai turisti di non uscire con borse o gioielli, di lasciare grosse somme di contanti e chiavi di casa in stanza e di non attraversare i vicoli nelle ore serali. Ma in realtà – aggiunge – qui ci sono anche altri problemi. Chiediamo maggiori controlli per i numerosi furti sulle auto parcheggiate qui davanti, e per i tossicodipendenti che ogni sera avvistiamo lungo la strada accanto all’albergo. I nostri clienti non possono essere in pericolo”.
C’è anche chi pensa che i malviventi siano ormai pronti a colpire a qualunque ora del giorno e della notte, come Ferdinando Barcellona, addetto alla reception dell’Hotel Villa Archirafi, a pochi metri dall’Orto Botanico e Villa Giulia: “Non hanno paura di nulla, non c’è certezza della pena. Sanno di avere ben poco da perdere. Noi ci troviamo in una zona particolare, vicino alla stazione questi eventi sembrano essere triplicati. Nel frattempo – aggiunge – il calo delle prenotazioni negli ultimi due anni è arrivato al cinquanta per cento. D’altronde – prosegue – gli assalti ai turisti tolgono loro tranquillità. Chiunque avrebbe la vacanza rovinata se venisse derubato dei propri soldi, dei documenti, delle carte di credito. Nessuno può biasimarli”.
E tra i “consigli” di autodifesa ai turisti, c’è anche quello di prendere il pullman invece dell’autobus. Quello che conduce a Monreale ad esempio, spesso “terreno fertile per i borseggiatori”, come lo definisce la titolare dell’Hotel Regina di corso Vittorio Emanuele, Manuela Farana: “Chi viene in visita a Palermo deve stare attento sui mezzi pubblici e per strada. Gli scippi si verificano in tutte le città, ma l’aumento attuale dei casi di aggressione è preoccupante. Spesso – sottolinea – i turisti finiscono in trappola chiedendo semplici informazioni a qualcuno che, facendo finta di essere una sorta di ‘cicerone’, li trascina in vicoli stretti e bui ed entra in azione. A noi dispiace moltissimo quando tornano in albergo delusi, demoralizzati. Facciamo sempre di tutto per offrire loro il miglior servizio, ma poi tutto crolla negli stessi momenti in cui dovrebbero godere delle bellezze della nostra città”.