PALERMO – Nel sottoscala del civico 15 di via Telesino – sede del centro “Sotto le stelle” – dove è scattato il blitz con quattro arresti del commissariato Zisa, regna il silenzio. La luce è fioca, appena accennata, i corridoi vuoti. Ad attirare l’attenzione i sigilli posti dietro quella porta – l’ultima a destra scendendo le scale – dietro la cui insegna si nascondeva, secondo gli inquirenti, una casa a luci rosse in cui si sarebbero prostituite delle donne siciliane, dalla studentessa ventenne alla casalinga con figli da mantenere. E in via Telesino oggi non si parlava d’altro, passeggiando per la strada fra via Evangelista di Blasi e viale Regione Siciliana si veniva ‘risucchiati’ dall’argomento del giorno, si entrava in contatto con un passaparola frenetico, un bisbigliare continuo, ognuno insomma teneva a dire la propria su quell’insospettabile palazzone e sul giro d’affari osè che vi era dietro.
Qualcuno dice di non aver mai sospettato nulla, sembra cadere dalle nuvole da quella notizia letta poco prima sul giornale, molti invece – più attenti – confessano a microfono spento di aver fatto caso a quello strano via vai di uomini nella zona. “Lo sapevamo tutti – dice un giovane che abita di fronte al palazzo del centro massaggi Sotto le stelle – la situazione andava avanti da un anno e mezzo. Da quel portone entravano e uscivano di continuo uomini di tutte le età, vedevi il giovane e vedevi il sessantenne distinto, l’operaio e il professionista. Non ci voleva mica un titolo di studio eccelso per capire cosa succedesse lì dentro”. “Ne ero a conoscenza – aggiunge uno dei commercianti della via – le ragazze venivano spesso qui a cambiare i soldi”. “Il via vai c’era, è vero – racconta la portiera dello stabile – ma non mi sono mai posta domande, mi limito a svolgere il mio lavoro”.
In via Telesino avrebbero lavorato sei prostitute originarie di Palermo, Corleone e Alcamo e, a seconda della prestazione richiesta, le tariffe variavano da 50 a 100 euro. In un solo giorno di lavoro gli incassi potevano superare i mille euro. “Non c’è più mondo – interviene un signore di mezz’età – i tempi sono cambiati, non sono più quelli di una volta. Questa notizia mi lascia un’immensa amarezza dentro, un senso di vuoto che non si può spiegare a parole. Non entro in merito delle storie personali di queste donne ma il modo per andare avanti si trova, senza cadere così in basso…”. Tra le tante voci c’è anche chi abbraccia una visone “moderna”. “Tanto scalpore per nulla – dice un signore distinto appena uscito da casa – mi sembra un po’ troppo fuori dalle righe tutta questa indignazione. Negli altri paesi, in Austria o in Svizzera, queste cose sono normali – dice – e non si fa questo clamore. Questo tipo di notizia ha una risonanza molto più forte rispetto alle cose veramente serie, i problemi di Palermo non sono questi …”.