RACALMUTO (AGRIGENTO) – Le due case dove nacque e dove abitò tre anni, in via Salita Monte, e dove visse da ragazzo, Leonardo Sciascia e dove poi si è trasferito da sposato, dal 1948 al 1957, nella strada che oggi porta il suo nome, a Racalmuto (Ag) sono in vendita. Sulle porte di legno vecchio spiccano il cartello dell”immobiliare Penzillo. Nell’abitazione in via Sciascia, fra l’altro, lo scrittore, redasse buona parte de Le parrocchie di Regalpetra, la sintesi autobiografica della sua esperienza come maestro alla scuola elementare ”Generale Macaluso” pubblicato nel 1956. La palazzina piu’ vecchia su due livelli è fatiscente, ha un terrazzo ed è ormai piena di immondizia e materiale di risulta. L’altra è meglio conservata ma andrebbe restaurata.
L’amministrazione comunale di Racalmuto ha accolto l’appello lanciato nei giorni scorsi dall’operatore culturale Enzo Sardo, sulla messa in vendita della casa a Racalmuto dove lo scrittore Leonardo Sciascia ha vissuto gli anni più importanti della sua formazione. Ma non solo. Il sindaco Emilio Messana e l’assessore alla Cultura Salvatore Picone, componenti tra l’altro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Sciascia, pensano ad un dibattito più ampio che non riguardi soltanto la casa dove Sciascia ha vissuto negli anni dell’infanzia e nel periodo in cui ha insegnato, ma al recupero e all’attenzione che devono avere quei “cento passi” del centro storico di Racalmuto dove insistono la casa natale e la casa dove ha vissuto Sciascia, la scuola dove ha insegnato, il teatro e il Circolo Unione. “Sulla vicenda della casa in vendita – tiene a precisare il sindaco Messana – pensiamo che va aperto un dibattito sulle cose da fare in prospettiva, per dare risposte di lungo periodo. Qui bisogna affrontare la questione del reperimento delle risorse necessarie a tutelare questi beni e chiedere ancora una volta una attenzione particolare per la Fondazione Sciascia che deve essere la guida di tutti i beni che appartengono alla memoria sciasciana”. “Pensiamo di incontrare presto il mondo di Sciascia – aggiunge Messana – i familiari, gli amici, gli intellettuali, le associazioni culturali che ne ricordano l’opera in tutt’Italia e capire insieme come muoverci”. “Ovviamente il Comune non ha oggi le risorse necessarie per tutelare questi beni – dice Messana – ma può sicuramente sollevare il problema a livello regionale, nazionale ed europeo. L’impegno di poter realizzare in quella casa un museo dedicato ad uno dei più grandi scrittori del Novecento deve appartenere a tutti, alla coscienza e all’impegno civico di chi ha ruoli a livello nazionale ed europeo”,
L’amministrazione comunale sta lavorando all’organizzazione di un incontro pubblico per discutere più in generale sulla gestione dei beni culturali: “Organizzeremo un dibattito – dice l’assessore alla Cultura Salvatore Picone – per sollevare la questione. Serve però la sensibilità di tutta la comunità – dice ancora Picone – e pensare che attorno a questi luoghi che appartengono alla letteratura si deve costruire il futuro di Racalmuto che non ha altre strade di sviluppo se non quella del turismo”. “Per questo – conclude – chiederemo al Ministero dei Beni Culturali e alla Regione di riconoscere tutti questi luoghi – le case, i circoli, la scuola, il teatro – ‘bene culturale’ da tutelare e conservare”.
La casa di Leonardo Sciascia in vendita, che si trova nel cuore di Racalmuto, è stata spesso raccontata dallo scrittore in diverse opere, tra cui “Le parrocchie di Regalpetra”, “Gli zii di Sicilia” e “La Sicilia come metafora”.
“E’ la casa appartenuta alle zie dello scrittore – racconta Salvatore Picone – dove il ragazzo Sciascia iniziò a leggere le Memorie di Casanova, I Promessi sposi, Pirandello e il Paradosso sull’attor comico di Diderot. In quella casa – dice Picone – Sciascia da ragazzo ascoltava tutte le storie di paese attorno alle tre zie a lui molto legate. E in quella casa arrivavano, sin dagli anni quaranta, lettere inviate dai più grandi intellettuali dell’epoca che oggi conserviamo alla Fondazione Sciascia. E’ la casa dove lo scrittore abitò da sposato, nel periodo in cui lavorava al Consorzio dell’Ammasso del grano e poi quando diventò, nel 1947, maestro nella vicina scuola elementare che prima era collocata nel cortile dell’attuale Palazzo municipale. E per questo non va perso uno dei luoghi più importanti della formazione dell’autore de Il giorno della civetta”.