PALERMO – “Siamo andati sotto? Qual era l’emendamento? Niente di grave, ma serve un po’ di responsabilità da parte dei deputati”. Rosario Crocetta è appena arrivato a Palazzo dei Normanni. È il momento del caffè al bar. Pochi minuti prima, però, il suo governo va ko su un emendamento all’articolo 3 della manovra. Pessimo segnale, in vista del lungo iter della riforma.
Presidente, l’esame è appena iniziato ed ecco subito i problemi: è preoccupato?
“Ma no. Voi giornalisti fate diventare ‘politici’ quelli che sono solo problemi ‘genetici’”.
Che vuole dire?
“Quello che è successo è fisiologico. Del resto, qui il senso di responsabilità non è mai collettivo. È individuale e persino a giorni alterni”.
Che il problema sia politico o genetico , comunque, resta il dato: la sua maggioranza è stata già messa… in minoranza.
“Cosa vuole che dica? Io so solo che in commissione bilancio si è fatto un lavoro positivo. Si è trovato un accordo attorno a quel testo. Poi assistiamo al solito sfilacciamento in Aula, ma non sono preoccupato”.
Intanto anche fuori dal Palazzo non sembra andare meglio: i sindacati le hanno lanciato una specie di ultimatum.
“Intanto penso che i tetti agli stipendi o gli altri provvedimenti che abbiamo preso non abbiano niente a che vedere con la materia contrattuale. Nel resto d’Italia queste modifiche si fanno per legge…”.
Però l’assessore alla Funzione pubblica Valenti ha ammesso che alcune di quelle norme andvano discusse in sede di concertazione sindacale.
“L’assessore è una donna generosa e buona. Il cattivo sono io, questo si sa. E infatti i sindacati vogliono tagliarmi la testa (sorride, ndr)”.
Il suo partito, poi, le chiede di mettere mano alla giunta. E già circolano i primi nomi di assessori ‘in bilico’. Si parla della Sgarlata, della Stancheris e persino dello stesso Calleri.
“I nomi girano sempre. Ma posso escludere che Calleri e la Stancheris possano uscire, visto che rappresentano il Megafono, e il Megafono non ha nessuna intenzione di privarsene. La Sgarlata invece è un problema del Pd. Spetta al partito chiedere chi cambiare”.
Vale anche per gli altri? Ad esempio per la Scilabra?
“Non posso essere io a chiedere chi cambiare…”
Non crede che le sue frasi in occasione degli Stati generali (ha detto che nel Pd esistono degli impresentabili…) non faciliteranno questo dialogo?
“Io mi riferivo a Sanfilippo, che non a caso mi risulta essere stato espulso dal Circolo di Gela. Era lì, mica l’ho portato io”.
Ma il Pd chiede di guardare anche altrove…
“E io guardo anche altrove. Guardo da tutte le parti”.
Il caso Nomura ha sollevato il coperchio su una vicenda che affonda all’era Cuffaro.
“Da quando sono diventato presidente dico che la Regione è stata in mano a… qualsiasi cosa”.
Andrà in commissione antimafia dove è stato convocato per la vicenda discariche?
“Io andrò. Ma non ho ancora capito cosa possa raccontare oltre a quello che ho già detto pubblicamente. Di sicuro sono molto preoccupato. Mi chiedo come i privati abbiano gestito le discariche finora. Se tutto nasce in modo tangentista e irregolare…”.
Intanto solo sull’articolo 27 della Finanziaria, considerato il “remake” della tabella H sono piovuti 140 emendamenti…
“La tabella h non esiste più. Anzi, io ritengo che lo stanziamento per quelle voci è persino troppo esiguo”.
Ma non è preoccupato dalla possibile dilatazione dei tempi? E dalla mancanza dei numeri nella sua maggioranza?
“Ma no, una soluzione, alla fine, si troverà sempre. Di sicuro lancio un appello alla responsabilità. Spero che stavolta venga raccolto dall’Aula”.