PALERMO – Lo scontro durissimo fra l’assessore Nelli Scilabra e il dirigente Anna Rosa Corsello è ormai faccenda di cronaca giudiziaria. Si è spostato dai palazzi della politica ai verbali della magistratura.
Il giovane assessore regionale alla Formazione professionale ha individuato nel dirigente generale del Dipartimento uno dei principali ostacoli al mandato “rivoluzionario” ricevuto dal governatore Rosario Crocetta. Nel corso dell’interrogatorio reso davanti al procuratore aggiunto Dino Petralia, al sostituto Piero Padova e agli agenti della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile, la Scilabra è stata tranciante. Avrebbe individuato nella Corsello l’emblema della vecchia gestione della Formazione, addebitando al dirigente generale le colpe principali del fallimento del click day. Doveva rappresentare la prima tappa del Piano Giovani ed è diventato terreno di scontro, prima politico e poi giudiziario.
“O me o lei”, avrebbe detto la Scilabra ai magistrati, ribadendo in sede giudiziaria la sfiducia politica espressa nei confronti della Corsello quando andò in tilt la piattaforma per la registrazione dei ragazzi a caccia di un posto negli stage formativi. Sentire l’assessore in veste di persona informata sui fatti è stata la prima mossa del procuratore aggiunto Dino Petralia che ha aperto l’inchiesta. Nel corso dell’audizione di venerdì scorso i pm non si sarebbero limitati ad ascoltare la versione della Scilabra, ma l’avrebbero incalzata con le domande. C’erano stati segnali che facessero presagire il crack informatico? Cosa ha fatto l’assessore per evitarlo? Ed è ora che la Scilabra avrebbe dichiarato di avere subito l’operato della Corsello.
Poi, sarebbero andati a ritroso nel tempo, fino ai giorni della sua nomina. I giorni in cui la scelta di guidare il delicato assessorato alla Formazione cadde sulla studentessa e neofita della politica, escluso l’impegno nel mondo universitario. Nessun giochetto di palazzo o sponsor di eccezione, avrebbe tagliato corto la Scilabra.
Due ore e mezzo di risposte per ricostruire tutti i passaggi burocratici del Piano Giovani. La Scilabra si è candidata ad aiutare la Procura a orientarsi fra bandi e decreti. Terminato l’incontro, l’assessore aveva affidato il suo pensiero ad una nota in cui diceva di avere dato “la piena disponibilità alla magistratura per chiarire i tratti di una vicenda piuttosto torbida. Abbiamo iniziato a ricostruire fatti e circostanze e continueremo nelle prossime settimane”. Ed ancora si era scagliata contro “un sistema di potere che va oltre lo schema di maggioranza e di opposizione, che unisce trasversalmente pezzi della politica e non solo. Lo scontro è chiaro da una parte chi vuole il cambiamento, dall’altra chi vuole conservare e proteggere un sistema”. Quel qualcuno, fuori dalla nota ufficiale – nei corridoio dei palazzi della politica come nel segreto della stanza della Squadra mobile – sarebbe stato indicato in Anna Rosa Corsello.
Le indagini proseguono. A breve dovrebbe essere stilato un elenco di persone da convocare al Palazzo di giustizia. Tra queste, almeno per il momento, non ci sarebbe quello della Corsello. Segno che è sul suo operato che si concentrano le indagini della Procura della Repubblica.