PALERMO – Sono passati due anni dall’inizio della sedicesima legislatura dell’Assemblea regionale siciliana. Due anni in cui molti gruppi sono scomparsi e molti sono nati, molti deputati sono rimasti nelle liste in cui sono stati eletti e molti altri hanno cambiato almeno una casacca, se non di più. Il presidente della Regione ha azzerato e rinnovato la giunta due volte e governa adesso con gli assessori del Crocetta ter (uniche superstiti Lucia Borsellino e Linda Vancheri, senza interruzioni, alla Salute e alle Attività produttive).
Ed è, dunque, tempo di bilanci a Palazzo dei Normanni, tempo di stilare classifiche, per disegnare una mappa dei deputati, dei gruppi più virtuosi e di quelli invece meno produttivi.
Si comincia con la classifica dei parlamentari che in due anni hanno prodotto meno. Due anni di legislatura e soltanto due atti parlamentari presentati: all’Assemblea regionale siciliana il deputato meno produttivo è, numeri alla mano – fonte il sito dell’Ars al 3 dicembre 2014 – Valeria Sudano del gruppo Articolo 4. La parlamentare, eletta a Catania nelle liste di Cantiere popolare e poi migrata al gruppo fondato da Lino Leanza, dal 5 dicembre 2012 al 3 dicembre 2014 ha presentato soltanto una mozione – per ottenere il riconoscimento della fiscalità di vantaggio per la Sicilia – e una interrogazione – sul conferimento di incarichi all’Arnas Civico-Benfratelli di Palermo. Nemmeno un disegno di legge da prima firmataria.
Sul podio dei più improduttivi, con la Sudano, anche Nicola D’Agostino (prima Mpa, adesso Udc), Luisa Lantieri (prima Grande Sud, adesso Sicilia democratica) e Antonio Malafarina (Megafono), a pari merito a quota 5 atti parlamentari, e Pippo Laccoto (Pd), che di atti ne ha presentati 6.
Ci sono anche dei deputati, escludendo ovviamente per motivi istituzionali il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone (firmatario soltanto di un disegno di legge sulla Fondazione Federico II), che non hanno prodotto nemmeno un atto parlamentare, ma – a loro discolpa – si tratta comunque di casi speciali: Giuseppe Gennuso (Partito dei siciliani-Mpa), approdato a Sala d’Ercole al posto di Pippo Gianni dopo la mini tornata elettorale di Rosolini e Pachino; Pippo Sorbello (Udc), che è stato sospeso dalla carica dal 5 gennaio 2013 al 6 luglio 2014 (sostituito da Edy Bandiera) per una condanna per abuso d’ufficio risalente ai tempi in cui era sindaco del comune del Siracusano, Melilli; Alfio Papale (Fi), subentrato al vice presidente Salvo Pogliese che il 3 luglio 2014 ha lasciato l’Ars per insediarsi a Bruxelles al Parlamento europeo.
Tra i deputati arrivati in un secondo momento c’è anche Pietro Alongi, oggi Ncd ma subentrato in quota Pdl al posto di Salvino Caputo, condannato per tentato abuso d’ufficio. Una sfida non facile quella del deputato, perché Caputo era a Palazzo dei Normanni uno dei deputati più impegnati: nella XV legislatura chiuse con ben 496 atti parlamentari presentati, mentre Alongi è ancora a quota 20. È tempo di prendere la rincorsa.
Passando sul fronte dei più produttivi, prima di parlare di podio, è necessario assegnare una menzione d’onore al parlamentare regionale del Nuovo Centrodestra Vincenzo Vinciullo, primo su tutti con 51 disegni di legge presentati da primo firmatario, 499 interrogazioni, due interpellanze, una mozione e 25 ordini del giorno: il totale dei suoi atti parlamentari è 578. Tra le sue interrogazioni i temi più disparati, dal limone femminello di Siracusa alle norme in materia di fecondazione eterologa, dalla genuinità dei vini siciliani alla cura dell’osteoporosi. Un parlamentare che dà il suo contributo su ogni argomento discusso in Sala d’Ercole, che dà filo da torcere ai suoi avversari, a volte anche ai suoi colleghi di gruppo.
Seguono Vinciullo, nella classifica dei più deputati regionali più produttivi, Stefano Zito (M5S) con 172 atti parlamentari, Marco Falcone (Fi) con 137 e Fabrizio Ferrandelli (Pd) con 107. E dopo Giovanni Ioppolo (Lista Musumeci), con 97 atti parlamentari, che si piazza al quarto posto, ci sono ben tre deputati pentastellati: Angela Foti (91), Giancarlo Cancelleri (81) e Claudia La Rocca (81).
Nella classifica dei gruppi “che lavorano di più”, infatti, il Movimento 5 Stelle è al primo posto, seguito dal Nuovo Centrodestra (soprattutto grazie a Vinciullo, che alza la media per singolo deputato del gruppo). L’attività dei grillini, inoltre, si moltiplica esponenzialmente se si considera che ogni singolo deputato del gruppo è cofirmatario di ogni atto parlamentare dei colleghi del Movimento; mentre non è praticamente mai successo che un membro del M5S abbia cofirmato (figuriamoci votato in Aula) un provvedimento presentato da deputati di altri gruppi. Una coesione interna del gruppo che, se da un lato dimostra l’affiatamento dei 14 parlamentari dopo la “cacciata” del vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino (adesso al gruppo Misto), dall’altro li espone a una delle accuse più frequenti che gli viene rivolta: quella di dire sempre no a qualsiasi proposta, rimanendo praticamente sempre ai margini di Sala d’Ercole.
Ovviamente, va tenuto in considerazione che in gruppi nati di recente, come Sicilia democratica di Lino Leanza (nato dalla spaccatura di Articolo 4 dopo la nomina dell’assessore Caleca nel Crocetta ter), conta sempre il totale degli atti parlamentari presentati dai singoli deputati nel corso della legislatura, ovvero anche quelli firmati quando appartenevano a qualche altro gruppo.
Salvatore Lentini, per esempio, 29esimo nella classifica dei parlamentari più produttivi, eletto nelle fila dell’Udc è passato poi ad Articolo 4 e infine a Sicilia democratica: i suoi 42 atti parlamentari quindi, anche quelli presentati prima di iscriversi al gruppo di Sd, contribuiscono ad aumentare il ranking del gruppo attuale.
Scorrendo ancora la lista dei deputati, spunta il presidente della Regione, Rosario Crocetta (Pd), decimo in classifica con ben 80 disegni di legge presentati, tutti su temi di stretta pertinenza dell’esecutivo (formazione professionale, gestione idrica, bilancio). Dati a tratti sorprendenti, considerando che l’Assemblea regionale sta viaggiando a una velocità di crociera da “lumaca”: in tre mesi, infatti, il Parlamento siciliano si è riunito in tutto 20 volte. Con una media sconfortante di soltanto 1,3 sedute a settimana.