PALERMO – L’ipotesi è che dietro a quegli spari ci sia la mano di Cosa nostra. Tre le armi utilizzate, una pistola calibro 9, una calibro 22 ed un fucile a canne mozze, altrettante le persone che le avrebbero impugnate. I colpi esplosi, almeno dieci. Ma a chi erano destinati? E soprattutto, chi ha fatto fuoco? Sulla sparatoria che ieri sera ha seminato il panico nella piazza del Borgo Vecchio, il quartiere si è chiuso e nessuno dice di sapere nulla.
La polizia ha effettuato i rilievi fino a tarda notte, sequestrato i bossoli le cartucce rinvenute per terra e passato al setaccio l’area che si trova a pochi metri dal salotto cittadino. Alcuni giovani sono stati condotti in Questura per essere ascoltati, nel frattempo le indagini sono state affidate alla Direzione Distrettuale Antimafia. Nelle ultime ore sono inoltre proseguiti i controlli negli ospedali della città, dove però non è arrivato nessuno colpito da armi da fuoco e, anche sul posto, i poliziotti non hanno trovato tracce di sangue.
Un giallo sul quale la Dda sta adesso cercando di fare luce, ipotizzando che dietro alla sparatoria possa esserci la regia mafiosa. I boss avrebbero quindi agito, ancora una volta, in una delle piazze più popolari della città. Quella che ospita il secolare mercato di giorno, e si trasforma in una delle tappe della movida per i giovani palermitani la notte.
Punto di riferimento, la bottiglieria “Tantillo”. E’ proprio lì che ieri sera, intorno alle 21, era stata segnalata una maxi rissa. Diverse telefonate anonime sono arrivate al 113, ma le dieci volanti della polizia arrivate sul posto non hanno trovato nessuno che litigava. Dopo il fuggi fuggi generale, sull’asfalto e sulla porta del bagno del negozio, i bossoli, le ogive e le cartucce del fucile. L’inchiesta è coordinata dal pm Francesco Grassi.