PALERMO – “Mi piscio su tua madre, quella vacca stupida… mi piscio anche su di te donna di merda, straccio di donna…”. Così il leader della banda si rivolgeva ad una ragazza poco più che ventenne. Reclutata, come tutte le altre, nell’Europa dell’Est, condotta in Italia e sfruttata come prostituta.
Ecco la fabbrica del sesso gestito dai magnaccia rumeni che controllano il mercato nella zona del Foro Italico. Bande di criminali si contendono i marciapiedi. Ogni centimetro quadrato vale oro. Nel corso del blitz della sezione “criminalità extracomunitaria e prostituzione” della Squadra mobile sono finite in carcere otto persone, tutte rumene, che farebbero parte di un’associazione a delinquere che organizza e gestisce la prostituzione in via Francesco Crispi, alla Cala e al Foro Umberto I°. Una ventina le ragazze identificate fra quelle sfruttate. Al lavoro, però, ce ne sono molte di più.
Il capo sarebbe Nicolae Lucian Serban, soprannominato Calu. Nonostante fosse stato coinvolto nel 2009 in un’operazione denominata “Sbarazzu” non ci si è sbarazzati di lui. È tornato a fare affari sfruttando la miseria delle ragazze che vendono il corpo per sfuggire alla povertà. Accanto a lui ha voluto il fratello Marin. Assieme si recherebbero spesso in Romania per i nuovi reclutamenti. Paga bene e la voce è arrivata all’orecchio di uomini senza scrupoli che procacciano le ragazze. “Mi diceva di cercargli qualcuna… per ogni donna che gli porto 7-800 oppure 1000, 2000”, diceva uno di loro parlando del prezzario in euro della sua mercanzia. Calu e il fratello pensano a tutto il resto: “Hai preso la ragazza?”; “Sì, è con noi nella macchina…”; “Fai chiamare a sua madre a casa, e dopo la porti direttamente nell’appartamento della Nera”.
Il passaggio dalle case prese in affitto nella zona di via Paolo Balsamo, alla Stazione centrale alla strada è immediato. Trenta, quaranta o cinquanta euro a secondo della prestazione richiesta dai clienti. Decine e decine di uomini, ogni notte, alimentano il rapporto domanda-offerta. A Calu andrebbe la metà di tutti i guadagni. E gli affari vanno a gonfie a giudicare dalle parole di una ragazza che parlava del parco auto del cap: “Ha X5, ha Range Rover, ha qui una macchina grande… X6”. I guadagni, migliaia di euro, verrebbero trasportati da alcuni passeggeri che raggiungono la Romania in pullman.
Calu non sin limiterebbe a gestire gli affari del sesso, ma sarebbe diventato il punto di riferimento per altri gruppi criminali a cui sub appalta postazioni di lavoro. Una porzione di marciapiede davanti al carcere dell’Ucciardone vale 250 euro a settimana. Non sempre la convivenza fra bande è serena. Le intercettazioni hanno svelato che un tale Bodo, non ancora identificato, dava la caccia ai due fratelli per picchiarli. Così diceva uno dei fratelli rumeni: “… ha detto che prova odio nei miei confronti e nei tuoi. Ha detto che non si lascia fine quando non ci mette nella sedia a rotelle”.
Questo l’elenco completo delle persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare chiesta dai pubblici ministeri Claudio Camilleri e Gaspare Spedale e firmata dal giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa: Nicolae Lucian Serban, Adrian Marius Serban, Marin Serban, Aurel Dobre, Sorin Marius Petrescu, Monica Burcea, Adelina Velicu, Vasile Ionita.