Antincendio: "Bando pilotato" | Inchiesta e sequestri per 4 società - Live Sicilia

Antincendio: “Bando pilotato” | Inchiesta e sequestri per 4 società

Elicottero antincendio all'opera

Operazione del Nucleo di Polizia tributaria della finanza di Palermo. L'assessorato regionale al Territorio e ambiente sarebbe vittima di una maxi truffa da 12 milioni di euro. "A rischio il patrimonio boschivo dell'Isola".

TRUFFA ALLA REGIONE
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PALERMO – Una gara pilotata per un servizio scadente. Si può sintetizzare così l’inchiesta della Procura della Repubblica e del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo sull’appalto per il servizio aereo anticendio boschivo aggiudicato dalla Regione. Mentre, tra il 2011 e il 2013, la Sicilia bruciava qualcuno avrebbe fatto furbo.

Un’inchiesta che sfocia oggi nel sequestro per equivalente di beni per 12 milioni e mezzo di euro ai danni degli amministratori delle società Heliwest srl (con sede ad Asti), Elifriulia srl (Ronchi dei legionari-Gorizia), Elitellina srl (Sondrio) ed Elimediterranea spa (con sedi a Catanzaro e Vicenza). Si tratta di Luciano Villani, Pier Domenico Lastone, Anna Maria Coloatto, Luigi Tornello ed Enrico Carraro e sono indagati, a vario titolo, per truffa aggravata a danno dello Stato, falsità in atto pubblico, turbata libertà degli incanti, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture.

Secondo i finanzieri, guidati dal colonnello Francesco Mazzotta, vittima del raggiro sarebbe l’assessorato regionale al Territorio e ambiente che con un bando pubblico affidò alle quattro società il servizio dal 2011 al 2013. L’attività investigativa, svolta anche con il contributo del Corpo forestale della Regione siciliana e coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Maria Forti, avrebbe innanzitutto evidenziato le irregolarità nell’aggiudicazione della gara. Le quattro società, riunite in associazione temporanea di imprese, attestarono di avere la disponibilità di personale di volo e tecnico in realtà inesistente e dichiararono di potere impiegare due elicotteri bimotore, che invece, erano già impegnati in altre regioni italiane.

Requisiti che risultarono decisivi per l’aggiudicazione della gara. L’Ati fu l’unica partecipante. E qui si innesta un capitolo dell’inchiesta ancora da sviluppare: i paletti previsti furono inseriti per cucire il bando addosso ai vincitori? Se così avvenne ci possono essere state complicità all’interno della pubblica amministrazione? Fatto sta che, sostengono gli inquirenti, “le società coinvolte hanno potuto assicurarsi un appalto milionario a tutto danno delle casse regionali, atteso che, in virtù della assenza di altre offerte, l’aggiudicazione è avvenuta con un ribasso irrisorio dello 0,84%”.

“Ma i comportamenti truffaldini – si legge nel comunicato della Finanza – hanno pure riguardato la materiale esecuzione del servizio, comportando ripetuti inadempimenti del contratto d’appalto. Non avendo, difatti, un’adeguata disponibilità di tecnici e piloti, diversamente da quanto dichiarato in sede di gara, l’Ati ha dovuto falsificare la rendicontazione dei turni di servizio svolti dal personale. È stata fatta fittiziamente figurare la presenza di addetti al servizio antincendio presso le nove basi dislocate in Sicilia che, in realtà – prosegue la nota – risultavano fruire presso altre Regioni italiane di turni di riposo, con la conseguenza che il dispositivo di intervento veniva di fatto occultamente assicurato dai pochi tecnici e piloti realmente presenti, costretti perciò a garantire più ore di presenza al lavoro di quelle dovute, in dispregio alle disposizioni emanate dall’Enac in materia di limiti di volo”.

La mancanza di tecnici avrebbe impedito le manutenzioni giornaliere. Per evitare di fare emergere che gli elicotteri non si alzavano in volo per mancanza di personale, gli indagati avrebbero simulato improvvise avarie che avrebbero costretto i mezzi aerei a rientrare alla base.

“Al di là delle falsificazioni, è di tutta evidenza – concludono gli investigatori – come gli illeciti commessi abbiano messo a serio repentaglio la sicurezza dei voli e, parallelamente, l’integrità del patrimonio boschivo siciliano”.

 


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