Testimoni di giustizia: | altri quindici assunti - Live Sicilia

Testimoni di giustizia: | altri quindici assunti

La conferenza stampa di presentazione

Complessivamente sono 42 i testimoni di giustizia siciliani da assumere, i prossimi lo saranno dopo Ferragosto. L'assunzione avviene grazie a una legge recentemente approvata.

PALERMO- Oggi la regione siciliana ha convocato per l’assunzione 15 testimoni di giustizia ovvero persone che hanno denunciato mafie, ritorsioni, omicidi e che sono sottoposte a programmi di protezione. Altri 6 erano stati già stati assunti nelle scorse settimane nella sede romana della regione. Complessivamente sono 42 i testimoni di giustizia siciliani da assumere, i prossimi lo saranno dopo Ferragosto. L’assunzione avviene grazie a una legge recentemente approvata dalla regione siciliana.

I testimoni di giustizia assunti dalla Regione Siciliana rappresentano “un segnale concreto e credibile che da speranza a chi intenda scegliere la denuncia. Per molti è la fine di un incubo”. Lo afferma Davide Mattiello (Pd), componente della commissione Antimafia e coordinatore del gruppo di lavoro su testimoni collaboratori e vittime di mafia. “La strada imboccata dalla Regione siciliana è la più lineare: ci pensi – esorta Mattiello – il ministero dell’Interno. La Regione Siciliana ha infatti affrontato il delicatissimo tema dell’inserimento lavorativo di chi ha perso tutto in ragione della scelta di denunciare i mafiosi, nella maniera più efficace: prevedendo l’assunzione diretta nella Pubblica Amministrazione. Una misura onerosa, certo, ma sono soldi ben spesi e riguardano comunque poche decine di persone: tante sono quelle che in ragione delle denunce fatte sono state considerate in così grave e attuale pericolo da essere sottoposte alle speciali misure di protezione. La normativa nazionale, che pure prevede la possibilità di accedere a ‘programmi di assunzione nella PA’ non considera invece l’assunzione diretta, rimandando al reperimento di posti disponibili. Una modalità che certo contiene i costi, ma che rischia di tradursi in un nulla di fatto”. Secondo il deputato Pd “la copertura finanziaria per correggere la legge nazionale, potrebbe essere trovata nel tesoro dei sequestri, avrebbe un grande valore simbolico: il maltolto dei mafiosi, usato anche per stipendiare i Testimoni di Giustizia, che non possano ritrovare altrimenti la piena autonomia di una vita libera e dignitosa, come prevede la legge”.

L’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, insieme al direttivo e al suo Presidente Ignazio Cutrò, esprime “piena gratitudine” al Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e al governo regionale “per il concreto contribuito a sostegno di chi, con grande sacrificio, ha fatto il proprio dovere denunciando la criminalità organizzata di stampo mafioso”. “Il provvedimento di assunzione dei testimoni di giustizia nella pubblica amministrazione regionale è certamente lo strumento più incisivo – afferma l’associazione – per restituire pace e serenità alle nostre famiglie. Lontana dalla antimafia carnival e/o carnevalesca, oggi siamo qui a riconoscere, con sincera onestà intellettuale, il fondamentale contributo dato alla lotta contro le mafie da una politica regionale che ha saputo mettere da parte differenze e guardare ‘oltre’ nell’interesse esclusivo dei siciliani onesti. Doveroso ringraziare tutte le forze politiche dell’Ars nella persona del Presidente Giovanni Ardizzone. Il prossimo traguardo nell’azione di una buona politica regionale e nazionale dovrà essere – conclude l’associazione – l’approvazione di misure legislative a favore degli imprenditori e commercianti per scongiurare la chiusura delle loro aziende dopo avere denunciato le mafie”.

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