PALERMO – È fuggito spinto dalla paura. Stava guidando senza patente. Poi, dopo tre giorni di sconforto e rimorso, ha deciso di costituirsi.
Si è presentato in Procura, a Palermo, Cristian Cottone, l’automobilista palermitano ma residente in un paese della provincia, che a bordo della Mercedes classe A ha investito e ucciso Giuseppe Rosinganno, il falegname di 39 anni, travolto venerdì sera, in via Pietro Calandra. Si tratta di un ragazzo di 24 anni che davanti al pubblico ministero ha ammesso le proprie responsabilità. Non sarebbe stato lui, però, ora indagato a piede libero, a provocare l’incidente. Accompagnato dal suo avvocato, ha raccontato al pm Francesco Grassi che, mentre percorreva la strada nel rione Tommaso Natale, si è ritrovato davanti il corpo di Rosinganno che aveva perso il controllo della sua Vespa.
Il giovane ha provato, senza successo, a frenare – così ha riferito – per evitare l’impatto. Poi, è scappato. La paura lo avrebbe spinto a fuggire. I vigili urbani della sezione Infortunistica stradale gli davano la caccia da tre giorni. Stamani il ventiquattrenne si è presentato negli uffici del Palazzo di giustizia mentre in una chiesa di Tommaso Natale parenti e amici assistevano al funerale di Rosinganno. Nei suoi confronti non è stato emesso alcun provvedimento da parte della Procura. Nessuna replica dal suo legale, l’avvocato Alessandro Musso neppure sul fatto che il giovane fosse alla guida di una macchina non sua senza essere in possesso della patente.
