PALERMO – Il Comune conferma due terzi del cda deall’Amat. L’azienda per il trasporto pubblico cittadino, che attende l’approvazione del nuovo contratto di servizio e del piano industriale da parte di Sala delle Lapidi, va avanti nel segno della continuità: resta presidente Antonio Gristina, confermato anche Diego Bellia, comunale fedelissimo del sindaco. Unico cambio Rosalia Sposito, funzionaria comunale, che aveva chiesto di essere dispensata: al suo posto arriva il giovane avvocato Alessandra Sinatra.
LA NOTA DI FIGUCCIA
“Nel giorno della sua riconferma a presidente dell’Amat, Antonio Gristina sarà sicuramente contento, ma probabilmente a metà, considerato quello che lo attende”. Lo afferma il consigliere comunale di Forza Italia Angelo Figuccia, che prosegue: “Sono davvero impressionanti i grattacapi a cui dovrà fare fronte il capo del Cda dell’azienda di via Roccazzo, a cominciare dai circa 100 autobus da anni fermi in rimessa perché guasti e senza alcuna possibilità di tornare in strada, poiché l’Amat non ha le risorse sufficienti per la loro riparazione, che, secondo una prima stima, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Per non parlare, poi, della spada di Damocle della gestione del tram, che all’Amat sperano di curare direttamente, ma prima l’azienda deve vincere il bando, che con ogni probabilità, sarà emanato nei prossimi mesi dal Comune e a cui potranno partecipare anche multinazionali europee, con il paradosso che i palermitani, dopo aver subito per anni innumerevoli disagi legati alla costruzione delle linee, adesso potrebbero ritrovarsi con una società tedesca o francese o olandese o piuttosto rumena, a gestire il tram. E l’Amat, dopo aver anche formato 55 suoi propri autisti, si ritroverebbe con un pugno di mosche in mano. Ma il peggio deve ancora arrivare. Il contratto di servizio che attualmente lega il Comune con l’Amat risale addirittura al 2005, e contiene numeri e cifre che ormai sono irreali. Tanto per fare un esempio, in questi dieci anni, l’azienda di trasporti, tra Regione e Comune, ha avuto tagliati circa 30 milioni di euro, fondi che garantivano una qualità del servizio nettamente superiore all’attuale. Adesso, quindi, l’Amat, pur essendo rimasta con quasi lo stesso numero di dipendenti e di costi, deve fare di necessità virtù e tagliare il più possibile. Risultato? I primi a farne le spese sono stati i palermitani, che hanno visto drasticamente ridotto il numero di autobus in strada e di corse effettuate, tanto che i tempi di attesa alle fermate sono cresciute a dismisura. Insomma, è come se un adulto alto 2 metri fosse costretto ad indossare gli abiti di un bambino di 5 anni, alto neanche un metro. Ce la farà Gristina a trasformarsi in sarto e allungare quest’abito? Ai posteri l’ardua sentenza”.