PALERMO – Ha deciso di fare un passo indietro. Il pubblico ministero, Dario Scaletta, coinvolto nell’inchiesta che ruota attorno alla gestione dei beni confiscati, ha chiesto al procuratore Francesco Lo Voi di non occuparsi più di procedimenti di mafia e di misure di prevenzione. L’ipotesi formulata dalla procura di Caltanissetta nei confronti di Scaletta è di rivelazione di notizie riservate. Avrebbe fatto sapere a due colleghi che era stato trasferito da Palermo a Caltanissetta un procedimento a carico dell’amministratore giudiziario Walter Virga, procedimento in cui sarebbe emerso successivamente il coinvolgimento di Silvana Saguto, destinataria finale, secondo i pm, della rivelazione.
E’ stata proprio l’indagine su Virga, gestore dimissionario dei beni degli imprenditori Rappa, a dare il la all’indagine che ha travolto la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Scaletta, magistrato della Direzione distrettuale antimafia, faceva parte del pool che indaga sulla mafia di San Lorenzo. C’è anche la sua firma nella richiesta di arresto culminata nei mesi scorsi nel blitz Apocalisse, che con i suoi novanta arresti è stato uno dei più grossi mai eseguiti a Palermo. Scaletta si occupava anche delle misure di prevenzione, a cominciare da quelle che sfociarono nel sequestro ai danni dei Rappa. Una scelta, quella di dimettersi, che Scaletta avrebbe preso per evitare che venisse scalfita l’immagine della Procura.