Il crac miliardario della Sailem | D'Agostino libero, farà volontariato - Live Sicilia

Il crac miliardario della Sailem | D’Agostino libero, farà volontariato

Foto d'archivio

Fu uno dei principali artefici di una bancarotta da 43 miliardi di vecchie lire. Dopo cinque mesi trascorsi in carcere, gli è stato concesso l'affidamento in prova.

PALERMO - LA DECISIONE
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PALERMO – Dopo cinque mesi trascorsi in carcere arriva l’affidamento in prova per l’imprenditore Benedetto Benny D’Agostino. Il 26 giugno scorso si era costituito al Pagliarelli. Era l’unico degli imputati ad essere finito in cella per scontare un residuo di tre anni dopo che la Cassazione ha reso definitiva la condanna per il crac della Sailem. Gli altri condannati erano il fratello Giovan Battista e la moglie Maria Gabriella Ruisi. È tornata in appello, ma solo per rideterminare la pena, la posizione di Salvatore Luigi Ferruggia.

Gli imprenditori fecero sparire i beni della Sailem per stoppare le iniziative dei creditori ed evitare che finissero nel calderone di una bancarotta fraudolenta da 43 miliardi di vecchie lire. Storia tormentata quella della “Società anonima italiana lavorazioni edili e marittime” e, soprattutto, di uno dei suoi titolari Benny D’Agostino, già condannato per concorso in associazione mafiosa a poco più di tre anni nel processo denominato Trash. Fu anche testimone contro Giulio Andreotti. Disse che Michele Greco, il papa della mafia, gli aveva confidato di avere incontrato più volte l’ex presidente del Consiglio.

La Sailem fu dichiarata fallita nel 1999. I finanzieri accertarono la distrazione dei beni, ceduti senza incassare una lira a parenti e uomini di fiducia. Un elenco lunghissimo che comprendeva quote azionarie, decine di mezzi navali, imbarcazioni e opere d’arte. Ed ancora un panfilo e alcune vetture di lusso, tra cui una una Ferrari F40, furono vendute e i soldi utilizzati per coprire i buchi e pagare gli stipendi di altre società sempre riconducibili agli imprenditori. Furono proprio i lavoratori, rimasti senza stipendio per mesi, a mettere in mora la Sailem e ad avviare le procedure che giunsero all’epilogo del fallimento.

Quando i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria misero il naso nei bilanci della società si trovarono di fronte ad una montagna di irregolarità. Crediti inesistenti, cessioni fittizie, operazioni fantasma: il tutto per evitare che i creditori aggredissero il patrimonio della Sailem. Una parte dei beni è stata venduta, ma il ricavato non poteva certo servire per coprire una voragine contabile da 43 miliardi di lire.

Dopo la condanna, l’avvocato Fabio Bognanni, ha chiesto l’affidamento in prova e un paio di giorni fa è arrivato il via libera dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. D’Agostino farà volontariato in un’associazione che si occupa dell’integrazione di bambini di etnia diversa. Avrà alcune restrizioni, fra cui l’obbligo di restare a casa dalle 21 alle 7 del mattino.


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