PALERMO – I laboratori d’analisi non dovranno restituire alla Regione i soldi incassati sulla base del vecchio tariffario regionale. Almeno fino a una nuova sentenza del Tar, la prossima puntata di una storia lunga e complessa. Ma che adesso potrebbe avere effetti persino sul bilancio regionale: l’assessorato alla Salute infatti aveva già avviato il recupero di una somma pari a circa 150 milioni di euro. Che per il momento non ha alcun titolo per richiedere.
Lo ha deciso il Cga, accogliendo il ricorso di decine di laboratori d’analisi assistiti dagli avvocati Giuseppe e Giovanni Immordino. Alla base del pronunciamento dei giudici amministrativi un errore procedurale dagli effetti però molto “concreti”. I laboratori infatti avevano avanzato ricorso contro una sentenza del Tar che respingeva la richiesta di annullamento, in pratica, della restituzione delle somme. Soldi che i laboratori avrebbero “illegittimamente” incassato continuando a utilizzare il più remunerativo tariffario regionale al posto di quello introdotto dall’allora ministro alla Salute Rosy Bindi. Ma quella sentenza con la quale il Tar ha respinto la richiesta dei laboratori secondo il Cga è illegittima perché il giudice ha “dimenticato” di notificare alle parti il difetto di giurisdizione su cui si fonda la sentenza stessa. Un fatto puramente “tecnico” ma, come dicevamo, dagli effetti pratici immediati.
Il recupero delle somme, infatti, dovrà arrestarsi. In attesa che il Tar torni ad affrontare la questione. Una vicenda assai complessa, che affonda le proprie radici addirittura a quasi vent’anni fa. Era il 1996, l’anno in cui la Regione Siciliana decise di adottare un proprio tariffario per le prestazioni di medicina di laboratorio rimasto in vigore fino al primo giugno dell’anno scorso. Da allora, anche in Sicilia è arrivato il famoso tariffario Balduzzi. Alla fine del 2007 però era entrato in vigore in Italia un altro tariffario, il ‘Bindi-Turco’, rimasto inattuato a causa di alcuni ricorsi che ne avevano sospeso l’efficacia. Fino a una sentenza del Cga che aveva invece confermato la legittimità del “Bindi”. E così già nel gennaio del 2013 un decreto di Lucia Borsellino aveva deciso il “ripristino con effetto retroattivo” di quelle tariffe. A quell’atto segue una direttiva inviata da Lucia Borsellino alle Asp siciliane per avvire il recupero delle somme. Una cifra complessiva di circa 150 milioni di euro. Una richiesta alla quale seguirono numerose proteste da parte dei titolari dei laboratori: “Così andiamo incontro al fallimento” hanno urlato. Per il momento, però, una boccata d’ossigeno. Quelle somme non dovranno essere restituite. Alla prossima puntata.