PALERMO – L’anno della politica siciliana volge al termine, e meno male. È stato un anno di interpretazioni memorabili, sospese tra farsa, commedia e tragedia. Ma anche di effetti speciali e flop al botteghino. Insomma, sul grande schermo dei palazzi del potere siciliano lo spettacolo è stato abbondante. E va premiato con degli Oscar speciali, fatti su misura per cotanti protagonisti.
L’oscar alla migliore scenografia (inutile) va all’Assemblea regionale siciliana per il film “Non ti muovere”. L’Aula ha lavorato una manciata d’ore (17 minuti al giorno negli ultimi due mesi), ha prodotto ben poco in termini di leggi, ma Palazzo dei Normanni continua a pesare sui bilanci pubblici per circa 150 milioni all’anno. Applausi.
L’oscar per la migliore sceneggiatura dell’anno va a “Il magnifico scherzo”, brillante farsa con Fausto Raciti (vittima) e Rosario Crocetta (burlone), per l’impareggiabile performance del presidente della Regione che inviò a sorpresa un elenco di assessori non concordato col segretario del Pd dopo qualche centinaio di ore di riunioni. Crocetta ritira anche l’oscar per la migliore fotografia, per “Il sirenetto”, remake del fortunato classico d’animazione Disney, ambientato sulla spiaggia di Tusa in risposta alla frase di Vecchioni.
Oscar alla carriera a Gianni Puglisi, protagonista di “Dieci poltrone per uno”, remake del fortunato classico natalizio “Una poltrona per due”. Il Prof collezionista di incarichi, plurirettore, pluripresidente, pluritutto, anche quest’anno ha consolidato la sua collezione. Oscar per i migliori costumi alle numerose e variopinte casacche indossate nella legislatura da Alice Anselmo, neocapogruppo Pd e star di “Transformer 7” (il numero sta per i gruppi da cui è passata). Mentre per gli effetti speciali ha sbaragliato la concorrenza il blockbuster di fantascienza con protagonista Gianfranco Miccichè “Star Wars – Il risveglio della Forza (Italia)”, pellicola epica in cui un cavaliere jedi dimenticato riappare dopo un lungo periodo di oblio e letargo e in un bar galattico arruola compagni di viaggio dal passato burrascoso per lanciarsi in un’impresa disperata.
Oscar per la migliore colonna sonora per il ritornello (disco rotto) dei renziani siciliani nel film “La grande illusione”, secondo la quale il governo Crocetta è il Male e quello Renzi, che ci rifila una mancia girandoci solo una parte di quanto ci aveva tolto, è il Bene. L’oscar per il migliore attore non protagonista va al sempreverde Mirello Crisafulli, per “Vacanze rumene”: osteggiato da tutti, il suo personaggio va avanti con ostinazione e un pizzico di spavalda incoscienza fino alla meta finale. L’ambita statuetta per il miglior regista va a Totò Cardinale col suo “Taxi driver”, che narra con impressionante realismo della sua infaticabile attività di trasporto di transfughi verso le sponde del Pd sui nuovi partiti-taxi. Migliore attrice protagonista Patrizia Monterosso (e chi sennò?) per l’interpretazione di segretario generale in “Da qui all’eternità”.
L’Oscar per il miglior film non può che andare al film surreale degli alfaniani siciliani che stanno al governo ma non sono in maggioranza. “Figli di nessuno”, il titolo che rende omaggio al classico strappalacrime degli anni Cinquanta con Amedeo Nazzari: protagonista l’assessore Carlo Vermiglio e la sua poltrona la cui paternità politica tutti in Ncd disconoscono, mentre s’affannano a ingolfare il suo gabinetto (ufficio di) con amici e protégé. Una farsa tragicomica che ha sbaragliato la concorrenza.