Tagli a scuole, strade e opere | L'ex Provincia a rischio default - Live Sicilia

Tagli a scuole, strade e opere | L’ex Provincia a rischio default

Palazzo Comitini, sede dell'ex Provincia di Palermo

La Città metropolitana di Palermo ha bisogno di 45 milioni di euro per riequilibrare i conti ed evitare la paralisi dei servizi.

PALERMO – Servizi ai disabili, opere pubbliche, strade, polizia, edilizia, controlli ambientali. E queste sono solo alcune delle competenze delle ex province regionali siciliane che, da un momento all’altro, rischiano di saltare per il dissesto degli enti. La situazione delle Città metropolitane dell’Isola è ormai a un punto di svolta: all’appello mancano decine di milioni di euro, senza i quali le ex Province rischiano di dover chiudere i battenti.

Una tragedia non solo per i dipendenti, ma anche per i cittadini che fruiscono dei servizi. Per oggi il governatore Rosario Crocetta ha convocato una riunione con i commissari ancora in carica (quelli di Agrigento e Caltanissetta si sono dimessi) per tentare di trovare una soluzione ed evitare il default. A Palermo, per esempio, mancano all’appello tra i 40 e i 45 milioni di euro.

“Attualmente abbiamo limitato tutti i servizi – spiega il commissario di Palazzo Comitini Manlio Munafò – ma senza una soluzione rischiamo di dover chiudere completamente”. L’ex Provincia di Palermo è riuscita sinora ad assicurare i servizi mattutini ai ragazzi disabili, ma ha dovuto tagliare quelli pomeridiani; pesanti decurtazioni hanno subito anche le altre sfere di competenza che vanno dalla manutenzione delle strade provinciali all’edilizia delle scuole superiori, dalla polizia provinciale ai controlli ambientali (come per esempio quelli su Bellolampo), dalle opere pubbliche alla programmazione comunitaria, dai servizi sociali alla gestione dei beni culturali, dalla difesa del suolo alla salvaguardia delle risorse idrogeologiche.

Il problema è che lo Stato da un lato, nel tempo, ha assorbito alcuni introiti che prima erano delle Province e dall’altro chiede agli enti di partecipare alla finanza pubblica. Una situazione insostenibile che ha portato il Parlamento, nell’ultima legge di Stabilità, a prevedere uno stanziamento di 500 milioni di euro fra edilizia scolastica e infrastrutture stradali, escludendo però le regioni a statuto speciale come la Sicilia.


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