L'Ars demolisce il governo sull'Irsap | Lo "schiaffo" su due norme cardine - Live Sicilia

L’Ars demolisce il governo sull’Irsap | Lo “schiaffo” su due norme cardine

Non passa la mini-riforma sulla governance dell'Istituto. "Salvi" gli stipendi dei dipendenti.

Sala d'Ercole
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PALERMO – Gli stipendi dei dipendenti dell’Irsap sono “salvi”, ma sulla governance dell’istituto non sono mancate le batoste per il governo. Durante l’esame della mini-finanziaria, l’esecutivo è stato battuto su due norme cardine. Restano in vigore le modalità e i criteri per la scelta del presidente, che sarà nominato dal presidente della Regione tra i componenti designati dalle associazioni di categoria, e del vice presidente. Il testo giunto in Aula, invece, prevedeva che a proporre la rosa dei nomi per la presidenza fosse l’assessore alle Attività produttive. Assessore che conserverà il potere di indicare le designazione per la vice presidenza, che il governo però avrebbe voluto fosse indicato direttamente nello statuto dell’Irsap.

La norma approvata all’Ars mette fine alla “confusione” tra i patrimoni delle ex Aree di sviluppo industriale, in liquidazione, e dell’Irsap, circostanza che ha ostacolato il regolare pagamento degli stipendi dei dipendenti. L’articolo approvato in Aula ha stabilito che “in nessun caso è consentito che le singole posizioni debitorie dei soppressi consorzi Asi transitino all’Istituto per lo sviluppo delle attività produttive ovvero nel bilancio della Regione”. Così come previsto da un emendamento presentato da Forza Italia, che ha visto il parere favorevole del governo, nella procedura di liquidazione, il commissario potrà essere coadiuvato anche il personale delle ex Asi, purché non abbia qualifica dirigenziale.

Approvato anche un emendamento del Movimento cinquestelle che permetterà di effettuare la manutenzione straordinaria degli immobili industriali nelle aree ex Asi Zir (Zona industriale regionale) e Zis (Zona industriale statale) e che, al contempo. impedisce la trasformazione degli stessi in attività commerciali. “Lungi da noi voler essere ‘immobilisti’ – spiega Valentina Zafarana -, ma qualsiasi tipo di operazione che preveda modifiche sostanziali dell’area, deve essere portata avanti tramite una programmazione trasparente, limpida e partecipata, di cui al momento non c’è alcuna traccia. Dal 2012 – continua la deputata cinquestelle – attendiamo che il comune di Messina rediga il famoso piano integrato di recupero urbano, tramite il quale dovrebbe decidere cosa fare di quelle aree, definendone la destinazione“.

Opposizioni che hanno chiesto di mettere fine all’esperienza dell’Irsap, con il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone e di Santi Formica della Lista Musumeci. E proprio Nello Musumeci ha lanciato un appello al governo per la predisposizione di “una seria riforma dell’Istituto entro qualche settimana, perché pensare di mantenere in vita una struttura che, sul piano degli obiettivi istituzionali, ha fatto acqua da tutte le parti, è un atto di irresponsabilità politica”. Di gestione “fallimentare, che non ha portato alcun beneficio” ha parlato anche Giuseppe Laccoto del Pd. Secondo cui “l’assenso alla norma è solo condizionata a un impegno formale che l’assessore Lo Bello deve assumersi, perché non avvenga più ciò che è avvenuto fino ad oggi e si possa dare una gestione ordinaria a un ente finora paralizzato”.

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