PALERMO – Non solo disagi dovuti al traffico e al volume d’affari caduto a picco. Per un commerciante di via Amari, dopo la chiusura della strada per il cantiere dell’anello ferroviario è arrivata anche una cartella esattoriale di 7mila euro per il pagamento della tassa rifiuti che nella zona limitrofa al cantiere non vengono ritirati. A ricevere la notifica di 6.900 euro è Franco Giglio, titolare di Cibus, attività storica della strada che collega il porto con il Politeama. La cartella si riferisce alla Tarsu per il 2015 e comprende anche 1.600 euro di interessi di mora. “Quasi 7mila euro da pagare subito, senza possibilità di rateizzare”, commenta il commerciante che, in via Amari, porta avanti un ristorante con quattordici dipendenti da oltre quarant’anni.
Da quando è stato aperto il cantiere, infatti, i commercianti di via Amari hanno spesso denunciato un crollo drastico del commercio. Dal 23 luglio del 2014, precisamente. Complici la chiusura totale della strada al transito veicolare e lo strettissimo corridoio pedonale come unico passaggio che hanno compromesso le attività commerciali e hanno fatto crollare, secondo quanto sostenuto dagli stessi titolari dei negozi, il fatturato del 70 per cento. Un danno cui segue una beffa che ammonta a 7.000 euro. Perché lì, in via Amari, i rifiuti non vengono raccolti, la differenziata è una chimera, gli operatori Rap non arrivano. Il perimetro intorno all’area 4, infatti, è fatiscente, polveroso e sporco.
Non ci sono più cassonetti e i cestini piccoli traboccano di rifiuti. “Per indolenza moltissima gente getta la propria immondizia nel cestino piccolo, non prendendo in considerazione neppure di giungere fino ai cassonetti per gettare i rifiuti dove si dovrebbe – spiega ancora Franco Giglio -. Non possiamo fare la differenziata. Qui non ci sono gli strumenti. I cestini non vengono scaricati e sono traboccanti tanto che, spesso, i rifiuti cadono a terra per quanto sono colmi. Cadono a terra e ci restano, perché nessuno viene a raccogliere. La trivella, quando lavora, alza molta polvere. Questa si aggiunge a condizioni igienico-sanitarie già precarie. Ci sono persino topi”.
Sono i commercianti stessi a mantenere la zona pulita, per come possono. Spazzano i marciapiedi e svuotano i cestini. “Lo facciamo da noi e nonostante tutto ci arrivano tasse esorbitanti sui rifiuti – conclude Giglio -. Avrebbero dovuto cautelare noi commercianti con sgravi fiscali per le nostre aziende, ad esempio”.
Dalla Rap fanno sapere che “saranno effettuate le verifiche sul caso per conoscere i motivi che hanno impedito ai nostri addetti di entrare nella zona. L’accesso al cantiere non è semplice, il transito è impedito da barriere metalliche. Inoltreremo la segnalazione dei commercianti così da avviare al più presto sia lo spazzamento delle strade che lo svuotamento dei cestini. Un disagio anche per noi che all’interno di via Amari, per via del cantiere per l’anello ferroviario, abbiamo difficoltà ad entrare con i mezzi”.