PALERMO – La vicenda ha sconvolto la zona di Tommaso Natale. Nel quartiere della periferia palermitana sono in tanti a conoscere il professore di matematica di 49 anni che ha denunciato quattro genitori per essere stato preso a calci e a pugni dopo aver punito un alunno.
Oggi all’istituto comprensivo “Antonino Caponnetto” si è recato il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone: “Fatti come questo sono gravissimi – ha detto – e per questo è bene manifestare solidarietà subito nei confronti di questo insegnante e di tutti i docenti, che meritano rispetto per la funzione educativa che svolgono per i nostri figli. Bisogna denunciare i delinquenti che decidono di farsi giustizia perché un insegnante fa il suo dovere”.
“Questi fenomeni che per fortuna sono marginali – ha aggiunto – sono presenti in tutto il territorio nazionale e non solo nelle zone disagiate. E’ chiaro – ha proseguito – che nelle zone disagiate ci sono magari reazioni così violente come quella che è avvenuta qualche giorno fa. Noi dobbiamo far comprendere che gli insegnanti non sono soli. Sono qui per dire che il governo nazionale è con lui, sostiene i docenti e il loro lavoro”.
A dare la propria opinione anche la mamma di due bambini che frequentano la scuola di Tommaso Natale. Conosco il professore, quello che è successo è davvero terribile. Da genitore mi dispiace, e tutti i genitori della scuola sono con lui. Qual è la sua colpa aver rimproverato un alunno? E’ ingiusto – dice Antonia Lentis -. Mio figlio – prosegue – venerdì mi ha raccontato la vicenda all’uscita di scuola. I ragazzi ribelli sono in tutte le scuole anche in quelle più ‘in’. Fare di tutta l’erba un fascio non è corretto”. “Sono sconvolta – aggiunge Rosa Maria Polizzi, un’altra mamma di un alunno che frequenta la Caponnetto – ormai un insegnante non è più libero di fare il proprio lavoro. Certa gente non sa cosa voglia dire esprimere le proprie opinioni con civiltà, utilizzando il dialogo”.
I colleghi descrivono l’insegnante come una persona equilibrata, adesso moralmente a terra. “Amiamo il nostro lavoro – dice Maria Teresa Inzerillo, insegnante di sostegno – ma oggi siamo venuti a scuola con uno spirito differente. Sono demotivata. Ho sentito il mio collega al telefono 20 minuti fa era in ospedale. Siamo soli – aggiunge la docente – questa scuola è lasciata allo sbando anche se non era mai successa una cosa del genere”. Chiediamo aiuto, qualcuno ci aiuti a far sentire la scuola come istituzione”. E riferendosi ad alcuni genitori di bambini che frequentano l’istituto afferma: “Non hanno idea di cosa sia la scuola, la vedono come nemico, come qualcosa di obbligatorio per i loro figli che non porta a nulla. Certo ci sono genitori che non sono come questi. Ci sono state mamme che mi hanno espresso solidarietà per quanto accaduto, erano tutti stupefatti”.
La polizia ha nel frattempo denunciato a piede libero, per lesioni aggravate, quattro persone. Sono i genitori dell’alunno, un amico del padre e la sorella della madre