PALERMO – Se ne è parlato prima nella riunione di gruppo del Partito democratico. Poi in giunta di governo. E domani se ne parlerà in conferenza dei capigruppo all’Ars dove l’esecutivo regionale avanzerà la sua proposta agli alleati: approvare un bilancio pluriennale in poche ore e rimandare la legge Finanziaria al 2017. Anche se un “embrione” di legge di stabilità andrà comunque predisposto entro la fine dell’anno: conterrà solo le norme sui lavoratori, a cominciare dai precari degli enti locali.
È questa la strada scelta dal governo. Un percorso quasi obbligato, per evitare che la “questione precari” assuma contorni biblici: sono oltre ventimila i lavoratori che hanno visto sfumare pochi giorni fa, in occasione della manovra finanziaria nazionale, un emendamento che prevedesse la proroga dei loro contratti. Adesso la Regione prova a correre ai ripari, con una legge tutta siciliana, che andrà poi agganciata a una norma nazionale, probabilmente il cosiddetto Milleproroghe.
Ma non solo precari. Il governo sta provando a intervenire su altre emergenze. Come quella degli ex lavoratori dei cosiddetti “sportelli multifunzionali”. Ma per partire, intanto, servirà il bilancio. “Lo approveremo – ha detto l’assessore all’Economia Baccei – già nei prossimi giorni in giunta e all’inzio della settimana lo porteremo all’Ars. Non si tratterà di un esercizio provvisorio, ma di un vero e proprio bilancio”. E il motivo lo spiega il presidente della Regione Crocetta: “Senza un bilancio pluriennale – dice – sarebbe molto più difficile far passare la norma sulla proroga dei precari. Che invece fin dal primo gennaio del 2017 potranno essere assunti”. Dai Comuni, ovviamente, ma solo a patto di avere una pianta organica che preveda le nuove assunzioni. “Alcuni enti possono assumere – prosegue Crocetta – e se non lo faranno, verranno sanzionati. Questo prevede la norma a cui stiamo lavorando”. Intanto, la proposta prevede la proroga fino al 2018. Fino a quella data, gli enti potranno operare appunto le stabilizzazioni.
Ma la situazione più complicata è quella dei Comuni in fase di dissesto. “La nostra norma – spiega Crocetta – non prevede l’obbligo di assunzione nella società regionale Resais, ma tutti i precari che lo volessero, potranno chiedere la stabilizzazione in questa azienda. La norma poi prevede, nel caso in cui si dovessero liberare quei posti nei Comuni di provenienza, il rientro del lavoratore nel vecchio posto. Ma sarà una possibilità, non un obbligo”.
E nella mini-finanziaria che dovrebbe accompagnare un bilancio “blindato”, dove gli emendamenti verranno eventualmente discussi in via preventiva con i gruppi parlamentari per evitare che si allunghino i tempi, dovrebbe saltare fuori anche una norma destinata agli ex sportellisti. È quello che annuncia lo stesso Crocetta: “Intanto garantiremo fin da subito – spiega Crocetta – un impiego per due trimestri, poi attraverso il Fondo sociale europeo inseriremo questi lavoratori in un progetto di un anno e mezzo”.
Queste, le emergenze. Poi con l’anno nuovo si potrà pensare alla legge Finanziaria. “A quel punto potremo lavorare con calma – aggiunge il governatore – ma dobbiamo stare attenti anche a quello che succede a livello nazionale: la legge di stabilità va tenuta lontana dalle prossime, possibili campagne elettorali”. Adesso le mosse del governo andranno discusse con gli altri. Oggi, in giunta di governo. Poi domattina sarà il turno della conferenza dei capigruppo all’Ars. È la solita, puntualissima corsa contro il tempo per i conti e per i precari.