PALERMO – La fusione tra Cas e Anas, che porterà alla creazione di un’unica società pubblica gestita al 51 per cento dall’ente nazionale e dal restante 49 per cento dalla Regione siciliana, passerà attraverso la cessione di quote che sono finora a disposizione di una mini-galassia di enti pubblici e locali. Della vicenda relativa alla creazione della nuova azienda delle autostrade siciliane e della possibilità che nell’Isola presto possano spuntare dei pedaggi anche in tratte finora gratuite, si è interessato oggi anche il Corriere della sera.
Gli enti le cui quote verranno liquidate, scrive il giornale milanese, saranno infatti le province di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa; le camere di commercio di Catania, Messina e Siracusa; i comuni di Catania, Messina, Siracusa, Barcellona pozzo di Gotto, Patti, Rosolini, Modica e Gela.
Questa dismissione, ovviamente, è stata facilitata dallo stato in cui versa la Sicilia. Una Regione, cioè, dove le Camere di commercio, così come le ex Province sono attualmente commissariate. Ovvero, messe nelle mani di guide scelte direttamente dal governo regionale che, di fatto, oggi controlla, tramite il potere di nominare e revocare i commissari, buona parte della pubblica amministrazione che non rientrerebbe nelle strette prerogative della Regione. Ai Comuni, invece, non è rimasto che abbozzare, vista la quota residuale posseduta all’interno del consorzio autostradale.
Così, si procede con l’operazione. Presto sorgerà la nuova società. Quindi il 51 per cento delle quote verrà ceduto ad Anas. Che a quel punto verificherà, si legge anche nell’accordo sottoscritto col governo regionale, la “pedaggiabilità” della sue tratte. Tratte al momento gratuite ma che, stando ai documenti ufficiali, presto potrebbero essere tutte o in parte a pagamento.