Accademici della Cursca, docenti universitari, storici e filosofi. In seicento hanno firmato un appello partito da Firenze: alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano. Una volta divenuti studenti universitari i giovani italiani commettono ancora errori da terza elementare.
Ecco i più diffusi secondo un sondaggio del portale skuola.net: “A me mi piace” (il mi dopo il me è da penna blu); “pultroppo” e non purtroppo, “c’è ne sono” al posto di ce ne sono; fa si scrive senza accento eppure spesso qualcuno usa il fà; sufficente è sbagliato (ci vuole la i: sufficiente); si scrive un po’ e non un pò con l’accento; quasi la metà degli studenti scrive qual’è con l’apostrofo; così come la frase corretta è qualcun altro non qualcun’altro.