PALERMO – Un budget lievemente in positivo, una spesa assorbita quasi tutta dal personale e investimenti per 1,3 milioni nel 2017. Questi i numeri della Reset, la società consortile del comune di Palermo nata dalle ceneri della Gesip e i cui budget e piano industriale sono stati approvati dalla giunta Orlando, dopo una serie di proroghe per la presentazione dei documenti contabili.
Quest’anno la società, secondo le previsioni, avrà 39,1 milioni di spese (di cui 35,3 di personale) e 39,8 milioni di ricavi, tutti dal Comune e dalle sue partecipate, per un utile netto di 166 mila euro. Il contratto di servizio, in realtà, ammonta a “soli” 31,6 milioni, a cui bisogna aggiungere altri 1,3 che però dovranno passare da un adeguamento del documento; altri 4 milioni arriveranno dalla manutenzione a scuole ed edifici comunali (1 milione) e da manutenzioni alla Fiera, in parchi giardini e monumenti; infine 2,8 milioni giungeranno dalle altre partecipate e in particolare 2 milioni da Rap, 450 mila euro da Amap e 400 mila da Amat.
La società conta 1.500 dipendenti, un orario lavorativo di 34 ore settimanali, un assenteismo pari al 10%, ma per raggiungere gli obiettivi prefissati dovrà superare alcune difficoltà: bisogna infatti modificare il contratto col Comune, aumentare da 40 a 180 gli addetti alle manutenzioni (reperendoli e formandoli) a scapito del personale in servizio presso le strutture comunali, andranno confermate le intenzioni delle altre partecipate. Uno dei talloni di Achille, evidenziato dal collegio sindacale, è infatti l’incertezza sull’aumento dei servizi affidati, visto che “ad oggi (i ricavi, ndr) non risultano ancora contrattualizzati”. In caso contrario, scrive il Collegio, “gli amministratori dovranno trovare soluzioni alternative finalizzate a comprimere i costi per adeguarli ai ricavi conrattualizzati”.