PALERMO – La sua carriera è partita da qui, la sua città d’origine, dove ha iniziato a studiare al conservatorio “Bellini”. E qui, sabato scorso, Silvia Spinnato è tornata da protagonista, dirigendo il concerto all’aperto che si è tenuto in piazza Castelnuovo. Di fronte al teatro Politeama Spinnato ha diretto l’Orchestra Sinfonica Siciliana nell’esecuzione dell’Oberon di Carl Maria von Weber, del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini e di opere di Hector Berlioz e Aleksandr Borodin. In mezzo, una carriera che si è sviluppata tra Mantova e Salisburgo e che ora guarda alla direzione di tre importanti orchestre italiane nel 2018: “Ma non voglio rivelarne il nome, stiamo facendo la programmazione e sono scaramantica”.
Il viaggio musicale del maestro, o della maestra, Spinnato inizia al conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo, con gli studi di composizione e pianoforte, ma si sposta molto presto in Austria: “Nel 2004 decisi di andare a studiare a Salisburgo, perché mi è sempre piaciuta l’idea di fare un’esperienza all’estero. Ho iniziato a studiare canto e direzione di coro, e solo in un secondo momento sono passata alla direzione d’orchestra”. Studi che Spinnato porta avanti al Mozarteum di Salisburgo e conclude nel 2015, sotto la guida del professore Hans Graf. Ma come mai ha scelto proprio la composizione e la direzione musicale? “È stato sempre il mio sogno, un’idea – dice Spinnato – trovo sia uno splendido modo di trasmettere musica, e mi piace molto condividere e trasmettere agli altri la mia passione”.
Spinnato ha accumulato diverse esperienze di direzione, salendo in pedana, tra gli altri, per il Maggio Musicale Fiorentino, la Mozarteum Orchester di Salisburgo, l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, la Philharmonie Salzburg e la Universitäts-Orchester Mozarteum, e lavorando come direttrice di coro per l’Università Mozarteum. Una varietà di esperienze musicali di cui Spinnato dice: “Per un direttore lo strumento è l’orchestra, ed è interessante che questo strumento non sia sempre lo stesso. Le persone sono diverse, la qualità dell’orchestra è diversa e di volta in volta bisogna capire come approcciare questo strumento”. Nell’accumularsi di concerti e direzioni, però, un posto speciale lo occupa proprio il concerto di sabato scorso in piazza Castelnuovo: “Suonare nel cuore della città è una cosa particolare, perché è un modo per arrivare a tutti, alla città, alla gente, ed è una cosa importante in questo momento in cui i finanziamenti per i teatri iniziano a scarseggiare. Davanti al Politeama vedevo i curiosi che si accalcavano alle transenne per ascoltare, ed è stato splendido”.
Il ruolo di direttore d’orchestra storicamente viene visto come un’esclusiva maschile, e vedere una donna sulla pedana è ancora raro. “Non mi sono mai posta il problema – dice Spinnato – a volte c’è qualche preconcetto ma lo ignoro. In Sicilia, e più in generale in Italia, c’è un aumento di direttrici, tanto è vero che nella mia classe di direzione eravamo tanti uomini quante donne, e se guardiamo alla qualità non c’è niente da discutere: si è bravi oppure no a prescindere dal sesso”. A volte, sia tra i colleghi che dirige in orchestra che tra il pubblico, Spinnato dice di aver incontrato dei pregiudizi, ma anche molte reazioni positive: “È difficile generalizzare, perché ci sono, sì, persone che mostrano disappunto per il fatto di essere corrette da una donna, ma anche molte altre persone contente di vedere una donna in una ‘posizione di potere’ come quella del direttore d’orchestra”. E a proposito di come preferisce essere chiamata: “Per me è lo stesso, è anche un fatto di tradizione: storicamente si dice ‘maestro’, e se mi chiamano in quel modo per me non fa differenza. Sono cose superficiali, alla fine”.