PALERMO – Neanche l’incontro s’è fatto più. Il vertice tra il ministro degli Esteri e il duo Gianni Letta e Nicolò Ghedini è saltato. Silvio Berlusconi tra Angelino e Matteo Salvini ha scelto quest’ultimo, riassume oggi Repubblica. E così, dopo la lavata di capo presa ieri dalle colonne del Corriere della sera dall’alleato Pierferdinando Casini, i sogni di gloria di Angelino si infrangono sulla realtà. E Vittorio Feltri dovrà rinunciare al titolo che aveva già pronto per la “riappaciata” tra Berlusconi e l’ex delfino ossia “Torna a casa lesso”. Il pensiero stupendo (o pazza idea?) di sfruttare la pratica delle elezioni siciliane per strappare un improbabile accordo politico nazionale, grazie ai buoni uffici di Gianfranco Miccichè, naufraga. E Alternativa popolare si ritrova punto e a capo.
È un’estate difficile per la navigazione di Alfano. Prima, il tentativo di fare la pelle ai centristi portato avanti da Renzi e Berlusconi con la riforma della legge elettorale, naufragata per il bidone rifilato al duo dal Movimento 5 Stelle. Poi la tenaglia dei forzisti in Parlamento, con lo scippo di deputati e senatori. E ancora il caso Sicilia, col corteggiamento dei berlusconiani siciliani che ha fatto illudere Alfano di poter giocare la carta isolana per strappare un’intesa sulle prossime Politiche. Niente da fare. Berlusconi non voleva saperne prima e oggi non ha cambiato idea. L’incontro con Ghedini, quello che Casini aveva definito “degradante”, parlando di “questuanti” di ritorno verso Forza Italia, non si farà.
E ora ad Alfano tocca ristabilire l’asse con Casini per capire il da farsi. A partire dalla Sicilia. La doppia trattativa del ministro va avanti. Da un lato c’è l’opzione non tramontata del patto col centrodestra, su cui Alfano si era sbilanciato nei giorni scorsi con toni trionfalistici. Sull’intesa locale c’è il nulla osta di Berlusconi malgrado il no di Salvini, che i forzisti ritengono un problema marginale in Sicilia (mentre per Meloni non ci sono problemi a intese siciliane). Dall’altro, la possibile alleanza con il Pd, che ieri ancora ha ribadito la sua volontà di non perdere gli alleati moderati. E che sarebbe pronto a offrire ai centristi anche la candidatura a Palazzo d’Orleans, per la quale scalda i motori Gianpiero D’Alia.
Lo scenario è fluido e nulla è ancora deciso. Di certo, gli alfaniani cercheranno compagnia per comporre una lista centrista. I casiniani di D’Alia sono i più probabili compagni di viaggio, ma se ci sarà invece lo spostamento a destra, è Saverio Romano il primo interlocutore. E in quel caso, i moderati potrebbero farsi sentire con una voce più robusta sul candidato per reclamare un nome d’area. Ma per spostare l’asse verso il centrosinistra gli alfaniani aspettano un segnale di Matteo Renzi, dopo i pesci in faccia lanciati nelle scorse settimane dal segretario del Pd.