PALERMO – Un imminente viaggio in Tunisia mette nei guai Girolamo Fazio, arrestato a maggio per corruzione e sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Palermo. Da oggi non potrà allontanarsi dall’Italia.
I carabinieri del Comando provinciale di Trapani e Palermo hanno notificato al politico trapanese la misura cautelare del divieto di espatrio, emessa dal Gip del Tribunale, su richiesta della Procura diretta da Alfredo Morvillo. Ci sarebbe il rischio di un “imminente e concreto pericolo di fuga e di inquinamento probatorio”.
Il 24 agosto scorso i carabinieri hanno ascoltato una conversazione fra Fazio e la moglie Lilly Ferro nel corso della quale parlavano di un’imminente trasferta del marito in Tunisia, tanto che l’uomo le chiedeva il passaporto. Per verificare a che titolo Fazio volesse recarsi in Nordafrica i militari hanno convocato un enologo della “Fazio wines”, Giacomo Ansaldi, il quale ha dichiarato di non essere a conoscenza dei programmi di viaggio del politico che inoltre, a suo dire, non avrebbe alcun ruolo nella gestione dell’azienda e in particolare nei rapporti commerciali con l’estero.
Subito dopo la convocazione da parte dei carabinieri, un altro dipendente dell’azienda ha contattato la moglie di Fazio. C’era qualcosa di importante e urgente di cui discutere, tanto che la donna ha fatto rientro dalle vacanze. I militari del Nucleo investigativo hanno monitorato l’incontro avvenuto in azienda, a Trapani, fra la donna e l’enologo. Un atteggiamento che ha insospettito i pubblici ministeri. C’è il rischio che il viaggio di Fazio nall’estero non fosse per diletto o affari, ma per incontrare in un posto ritenuto più tranquillo “altri indagati o loro emissari”. Da qui l’ipotesi di inquinamento probatorio contestata dal gip Caterina Brignone.
Arrivato primo al primo turno delle elezioni per il sindaco di Trapani, nonostante fosse stato coinvolto nell’indagine sull’armatore Morace, Fazio non ha presentato la lista degli assessori di fatto ritirandosi dal ballottaggio.