PRIOLO (SIRACUSA)- Niente comizi nella sua Priolo, nemmeno con il supporto tecnologico di maxischermi e sistemi di comunicazione istantanea. Il gip ha detto “No”. L’ex sindaco di Priolo, Antonello Rizza, finito in una bufera giudiziaria in piena corsa per le regionali, non svolgerà l’ultimo scorcio di campagna elettorale parlando ai suoi concittadini, come sperato in deroga al divieto di dimora inflittogli dal tribunale di Siracusa. Finito agli arresti domiciliari due settimane fa, nell’ambito di un’inchiesta su un presunto giro di appalti pilotati al Comune, si era dimesso dalla carica di primo cittadino e in ragione di questo aveva ottenuto dal gip una misura cautelare meno afflittiva dei domiciliari, ossia il divieto di dimora nel suo comune.
Candidato nella lista di Forza Italia, a supporto di Nello Musumeci alla presidenza della Regione, non ha rinunciato alla corsa all’Ars e domenica scorsa ha aperto la campagna elettorale da “esiliato”, a Siracusa. I suoi legali nel frattempo chiedevano al gip del tribunale aretuseo, Giuseppe Tripi, l’autorizzazione a svolgere almeno i comizi a Priolo durante quest’ultimo scorcio di campagna elettorale. In subordine la richiesta del legale Domenico Mignosa era che Rizza potesse utilizzare strumenti tecnologici (maxischermo e sistemi di comunicazione istantanea) in modo da svolgere comunque i comizi nelle piazze di Priolo, collegato in videoconferenza.
Il gip ha detto “No” a entrambe le richieste: “Ha reputato che fossero ostative delle esigenze cautelari”, dice il legale di Rizza, Mignosa. “Pensavamo l’istanza venisse accolta – ha proseguito l’avvocato – visto che nella richiesta Rizza chiedeva di stare in un luogo ben definito, con un limite di orario ben definito e non potesse andare in altri luoghi diversi del paese. Un comizio pubblico che non avrebbe previsto discussioni private. Non riusciamo a capire questa negazione”. I comizi a sostegno di Rizza, a Priolo, si stanno tenendo comunque, ma senza l’ex sindaco, con una media di 6 al giorno e capitanati dal più stretto collaboratore di Rizza, Giovanni Parisi, presidente del consiglio comunale e suo mandatario elettorale. Ultima speranza per i suoi legali, il pronunciamento del tribunale del riesame di Catania che arriverà entro martedì: la richiesta, avanzata e discussa nell’udienza di venerdì mattina, è di annullamento dell’ordinanza del gip Tripi. Rizza è accusato di truffa, tentata truffa e turbativa d’asta. Contemporaneamente deve rispondere, in altri quattro procedimenti penali diversi, di 22 capi di imputazione, con accuse che vanno dalla corruzione, alla concussione, dall’associazione a delinquere alla truffa, dall’abuso d’ufficio alla tentata estorsione. Ancora nessun procedimento è giunto a sentenza.