PALERMO – Il gip di Palermo ha rinviato a giudizio, per omicidio, i mafiosi Vincenzo e Giovanbattista Pipitone, Salvatore Cataldo e Antonino Di Maggio. Sono accusati, a vario titolo, dei delitti di Giampiero Tocco, Antonino Failla, Giuseppe Mazzamuto e Francesco Giambanco. Sui delitti, tutti di 17 anni fa, i pm Roberto Tartaglia, Annamaria Picozzi e Amelia Luise hanno fatto luce grazie alle rivelazioni del pentito Antonino Pipitone, boss di Carini che da mesi collabora con i magistrati. Il quinto imputato, Salvatore Gregoli, ha chiesto il processo in abbreviato. Giampiero Tocco fu eliminato nel 2000, su ordine dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, perché sospettato dell’uccisione di Peppone Di Maggio, figlio del mafioso storico di Cinisi Gaspare Di Maggio.
Tocco venne sequestrato davanti alla figlia di otto anni da un commando di killer travestiti da poliziotti. La ragazzina, orma maggiorenne, si è costituita parte civile alla scorsa udienza. Per il delitto sono stati condannati i boss Lo Piccolo, Damiano Mazzola e Gaspare Pulizzi. Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto furono uccisi sempre nel 2000 e sepolti sotto terra con la Fiat Uno con cui erano andati all’incontro organizzato per eliminarli. I corpi non sono mai stati ritrovati, nonostante le ricerche siano proseguite fino a pochi mesi fa. Furono assassinati su ordine dei boss Lo Piccolo che li ritenevano responsabili della scomparsa di un loro familiare, Luigi Mannino, eliminato col metodo della lupara bianca nel 1999. Dopo aver ucciso i due – uno venne strangolato, l’altro fu ammazzato con un colpo di pistola – gli assassini decisero di seppellirli con l’auto per evitare che il veicolo venisse trovato. Francesco Giambanco fu assassinato il 16 dicembre 2000. Era sospettato di avere avuto un ruolo nella scomparsa di Federico Davì e in alcuni incendi. Venne rapito e trovato carbonizzato.(ANSA).