PALERMO – Un attacco continuato di dodici giorni, il primo di questo tipo in Sicilia, con possibili conseguenze economiche e danni alla reputazione: è quanto denunciato dalla testata on line Gazzettino di Sicilia, da oltre una settimana al centro di un attacco di hacker che ha colpito più volte e per diverse ore il sito di informazione, mandandolo in qualche caso offline. Per Angelo Scuderi, direttore della testata, “è necessario ragionare su un sistema per prevenire attacchi simili”.
Scuderi sottolinea la gravità dell’atto, che in qualche caso ha impedito agli utenti del Gazzettino di accedere alle notizie, con un paragone: “Immaginate cosa si sarebbe detto se per dodici giorni fossero stati attaccati la tipografia di un giornale cartaceo o i ripetitori televisivi su Montepellegrino”. Ma l’intenzione non è, chiarisce Scuderi, quella di vestire il ruolo delle vittime: “Sgombriamo il campo da un dubbio insidioso: non siamo sotto attacco della mafia, a contare semmai è la mafiosità dell’attacco. Abbiamo smesso quasi subito di chiederci perché proprio noi siamo al centro di questo attacco, perché ci interessa soprattutto incoraggiare la formazione di un sistema che prevenga questi episodi. Sappiamo – conclude Scuderi – che molti non sporgono denuncia anche dopo essere stati attaccati, e questo è segno di sfiducia nei confronti degli organi di vigilanza”.
Un timore, quello per la libertà di informazione, espresso anche dal presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Giulio Francese: “Questo evento ci coglie impreparati, finora ci eravamo concentrati sulla minaccia proveniente dalle fake news ma un attacco del genere ci fa riflettere sulla vulnerabilità dell’informazione on line. Quando si colpisce in questo modo una testata giornalistica si colpisce il diritto del cittadino a essere informato. Abbiamo massima fiducia nelle indagini, ma dobbiamo riflettere sulle vulnerabilità della rete, un problema che ci coinvolge tutti come Ordine dei giornalisti e operatori dell’informazione”.
Per Andrea Tuttoilmondo, presidente regionale dell’Unione nazionale cronisti italiani, “è l’aspetto normativo che deve essere ricostruito: l’informazione non passa più da mezzi cartacei o analogici, oggi quando si parla di informazioni si parla soprattutto di on line, che è diventato il principale canale delle notizie. Se volessimo fare un paragone, una volta chi voleva danneggiare l’informazione incendiava le edicole, oggi invece fa saltare il sito internet. Il risultato è sempre che le persone non possono accedere alle notizie. Proprio in virtù della moltiplicazione di canali di comunicazione – conclude Tuttoilmondo – si deve fare in modo che il canale non venga inquinato”.