PALERMO – Arriva lo stipendio arretrato, ma solo se hai un conto Unicredit. Questa l’amara scoperta di stamattina dei dipendenti dello Iacp di Palermo fra i quali torna a montare la rabbia dopo che a causa del contenzioso con l’Amap, e il conseguente pignoramento dei conti dell’Istituto, a gennaio non hanno ricevuto lo stipendio. Stamattina l’ulteriore beffa: una parte dei lavoratori, circa un quarantina su un totale di centoquaranta, tutti clienti Unicredit, controllando l’estratto conto hanno trovato il tanto agognato stipendio relativo al mese di gennaio. Solo loro però, tutti gli altri non hanno ricevuto nemmeno un centesimo.
La notizia, che si è diffusa fra i lavoratori in un attimo, ha scatenato la rabbia degli esclusi. Delegazioni di dipendenti infuriati hanno fatto irruzione negli uffici dei vertici dell’ente e in quello del nuovo commissario ad acta, Calogero Beringheli, per chiedere delucidazioni sull’accaduto. L’unica spiegazione che i dipendenti esclusi dal pagamento sono riusciti ad ottenere, contattando anche l’istituto bancario, è stato un semplice: “Si è trattato di un errore”. Un errore che ha creato ulteriore nervosismo fra lavoratori già penalizzati a causa di un contenzioso con l’azienda acquedotti “di cui non siamo responsabili – dice Roberto Merenda, rappresentante sindacale e dipendente – è la conseguenza di decenni di occupazioni e allacci abusivi da parte di cittadini incuranti delle regole. Oggi paghiamo noi le colpe degli altri”.
L’Amap infatti vanta nei confronti dell’istituto che gestisce gli alloggi popolari in città un credito di più di 15milioni di euro. Denaro che, non avendo raggiunto un accordo condiviso, l’azienda che gestisce la rete idrica cittadina, dopo cause e ricorsi agli avvocati, oggi preleva direttamente dei conti dell’ente. Denaro che servirebbe non solo alla manutenzione delle case popolari, ma anche per la costruzione di nuovi alloggi e, naturalmente, per il pagamento degli stipendi.
Dopo l’incontro della settimana scorsa con l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, in seguito allo sciopero di massa dei lavoratori che hanno incrociato le braccia proprio durante il giorno preposto al ricevimento degli utenti, “ci avevano rassicurato – continua Merenda – ci avevano detto che avrebbero pagato gli stipendi arretrati e cercato di trovare un accordo con l’Amap. E invece oggi ci siamo svegliati con questa sorpresa. Gli animi sono esasperati, non si possono commettere errori grossolani come questi”.